Trento
Speronamento auto polizia a Cadine, ANVU: «siamo poco tutelati dalle istituzioni»

Dopo l’inseguimento e lo speronamento da parte di 4 minorenni che con un’auto rubata nei confronti di una macchina della polizia locale Marco Demattè presidente dell‘ANVU, (associazione polizia) reagisce con toni durissimi.
L’auto dei ladri nel corso dell’inseguimento ad alta velocità la vettura dopo aver speronato la pattuglia della polizia locale, per guadagnare la fuga e sottrarsi all’identificazione si è cappottata. L’incidente poteva avere anche conseguenze tragiche, e non solo per coloro che stavano fuggendo. (qui l’articolo)
Si tratta purtroppo in pochi giorni del secondo inseguimento ad alta velocità di veicoli che non si fermano all’alt operati della Polizia Locale di Trento contraddistinti da altrettanti speronamenti della vettura d’istituto da parte degli inseguiti. Il primo fatto si era svolto nelle vie del sobborgo di Gardolo neppure un mese addietro: anche in quella circostanza erano state fermate delle persone e successivamente condotte indagini per identificare due persone che si erano date alla fuga.
Sul caso attraverso una nota interviene l’ANVU, «Tutto ciò con perfetta incuranza da parte dei conducenti dei veicoli inseguiti dell’incolumità propria ed altrui, compresa quella delle donne e uomini della Polizia Locale che si impegnano ogni giorno per la salvaguardia dell’incolumità e della proprietà dei nostri concittadini.
Nella nostra provincia, che le Istituzioni ci ricordano essere tra le più tranquille del Paese, a memoria degli Operatori di Polizia più anziani del comando di via Maccani e dei colleghi di altre Forze dell’Ordine, non risultano fatti analoghi che hanno visto i veicoli d’istituto ed i loro occupanti interessati da uno speronamento volontario da parte degli inseguiti finalizzato a far desistere i poliziotti dall’inseguimento, dal controllo e dalla cattura dei malviventi».
In una intervista del Presidente Nazionale ANVU Nicola SALVATO rilasciata ad un gionale locale in occasione del primo speronamento, si legge: “Stigmatizzo l’episodio perché rappresenta una volontà tenacemente protesa alla fuga nella prospettiva dell’impunità. Il fatto va sanzionato con il massimo rigore perché simbolo del dolo, della volontà di volersi sottrarre al controllo, dello sfregio e dell’incuranza per l’incolumità degli Operatori. È giusto che anche l’opinione pubblica stigmatizzi l’episodio, perché la nostra funzione principale come agenti della polizia locale, è di ausilio per il cittadino e non di vessazione.”
Secondo Demattè le sue parole sono cadute nel vuoto: «l’opinione pubblica rappresentata ad ogni livello politico non solo non ha condannato il gesto, ma i diretti responsabili del Servizio di polizia locale di Trento non si sono neppure sincerati delle condizioni del proprio personale. Comportamento questo al quale purtroppo siamo abituati».
Per Demattè rimane la speranza che visto l’elevarsi dell’efferatezza criminosa dimostrata nei due fatti, si possa trovare questa volta unanime condanna da parte del mondo politico ed altrettanto unanime apprezzamento per l’attività quotidianamente svolta a rischio della propria incolumità da parte degli uomini e donne della Polizia Locale trentina.
Demattè ricorda anche che recentemente nel 2016 ai 175 vigili del fuoco permanenti e i 175 forestali della Provincia Autonoma di Trento sono stati riconosciuti 960 euro annui di indennità con recepimento di una normativa statale. «Lo schiaffo alla quotidiana attività della polizia locale si era concretizzato a livello statale qualche mese prima».
Per questo il presidente dell’ANVU del Trentino Alto Adige si auspica «che la nostra autonomia legislativa possa riparare alla miopia del Governo centrale annoverando anche gli appartenenti ai servizi e corpi della polizia locale del Trentino tra i beneficiari di tale aumento.
Raffrontare difficoltà, pericoli, malesseri psicologici e fisici che rappresentano la peculiarità di una pattuglia – specie in orario serale/notturno – della polizia locale con una pattuglia dei forestali provinciali potrebbe sembrare sconveniente, ma l’assordante silenzio delle Istituzioni ed il mio ruolo, mi richiede di suggerire tale raffronto come spunto di riflessione».
Lo sfogo di Demattè – che ribadisce che ANVU non è un sindacato, – «ha il dovere di far riflettere l’opinione pubblica sui disagi sociali degli appartenenti ai corpi e servizi della polizia locale».
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