Trento
Mega rissa in piazza Dante, coinvolti 50 immigrati.
È successo di tutto verso mezzogiorno in piazza Dante a Trento. Il bilancio è di un ferito grave e due persone arrestate e molte tutt'ora ricercate dalle forze dell'ordine. Una situazione ormai fuori controllo che non si riesce più a contenere.

È successo di tutto verso mezzogiorno in piazza Dante a Trento. Il bilancio è di un ferito grave e due persone arrestate e molte tutt'ora ricercate dalle forze dell'ordine. Una situazione ormai fuori controllo che non si riesce più a contenere.
Tutto è partito da un piccolo furto fra immigrati ed è degenerato in pochi minuti in una maxi rissa da film che ha coinvolto circa una cinquantina di nord africani. Gli immigrati hanno cominciato a minacciarsi e picchiarsi dentro il perimetro dei giardini cittadini, davanti ad alcune famiglie con bambini che hanno assistito alla scena basite ed impaurite. Paura per un passeggino che nella fuga alcuni immigrati hanno centrato in pieno. Per fortuna in quel momento il bambino non era dentro il passeggino ma in braccio alla mamma. Dopo gli scontri Piazza Dante era deserta e silenziosa, famiglie e bambini erano spariti.
Poi la rissa e gli inseguimenti sono continuati nelle vie limitrofe alla piazza. Sono stati divelti pali, tombini, cestini che sono stati usati come "armi" per colpire gli altri coinvolti nella rissa e sono spuntati anche dei coltelli che per fortuna non sono stati usati. A rimetterci è stato un giovane centro-africano, trasportato al pronto soccorso del Santa Chiara in codice rosso. Massiccio l'intervento della polizia che è riuscita a fermare due nord-africani, condotti in questura per accertamenti. Trento non aveva mai assistito ad una cosa del genere. Da segnalare che circa un'ora prima un nord africano era stato aggredito e ferito al volto con due bottigliate.
Probabilmente è stato l'inizio della polveriera che da li a poco è scoppiata in una vera guerra fra bande, il contendere come detto il frutto di qualche soldo guadagnato con lo spaccio legato ad episodi di microcriminalità che a Trento ormai rientrano della norma e verso i quali pare non esservi rimedio e che giorno dopo giorno si aggravano.
Sono filtrate alcune voci che alcuni degli immigrati protagonisti degli scontri sarebbero dei richiedenti asilo, alcuni dei quali ospitati delle ex caserme Damiano Chiesa, naturalmente sono voci non ancora confermate.
Durissime le prime reazioni politiche, “Quaranta africani in guerriglia nel cuore di Trento. Feriti, sangue, tombini lanciati, pali e cestini divelti. E’ seriamente giunto il momento di azzerare la loro presenza nelle nostre città. Non a chiacchiere e dichiarazioni d’intenti ma con fatti concreti.” dichiara Marika Poletti, Presidente di Fratelli d’Italia/AN del Trentino.
“Si proceda per tutti i coinvolti negli scontri, direttamente od indirettamente, – aggiunge Poletti – con l’immediato ritiro del permesso di soggiorno e, nel caso di richiedenti asilo, all’espulsione. Oltre ad impostare per la prima volta delle serie politiche per la sicurezza, che limitino la circolazione di soggetti senza identità a casa nostra, si deve imporre una rivoluzione nelle politiche sociali tale da rendere impossibile a questo genere di persone vivere in Trentino non trovando più servizi disposti a mantenerli.”
“Coloro che contribuiscono a mantenere questo genere di persone, una vera e propria invasione, sul nostro territorio sono da considerare responsabili in solido dei crimini compiuti. L’immigrazione come business per le cooperative –di qualunque colore esse siano, bianche o rosse- che lucrano per i loro interessi e fanno pagare le spese del degrado della nostra società a tutti gli italiani.
Chiamatelo come volete ma questo è solo buon senso nel difendere ciò che ci sta a cuore: l’Italia ed i nostri concittadini.”- conclude la nota di Marika Poletti.
Di sindaco incapace parla invece la lega Nord, «la maxi rissa di oggi in pieno centro a Trento tra bande di stranieri ha lasciato allibiti cittadini e turisti. Le vie centrali in mano a bande di malviventi che si sono affrontati a viso aperto tra la paura della gente presente è inaccettabile per una città che non può trasformarsi nel bel mezzo di una domenica in un Bronx tipico di altre realtà.» – riporta la note del carroccio.
Lungi da noi artifizi di generalizzazione o spirito di razzismo, l'episodio conferma che ci ritroviamo ad aiutare persone con aspettative (casa e lavoro) che il nostro territorio non è in grado di garantire. Ecco quindi che molti stranieri divengono il braccio operativo di spacciatori e criminali senza scrupoli, veri e propri sfruttatori della sofferenza altrui, che si deliziano del nostro folle buonismo.
La Provincia deve avere il coraggio di mutare il suo operato, rinunciando in primis a programmi di accoglienza caratterizzati da assenza di realismo, programmazione e previsione. Conosciamo la vergognosa prassi: gli esponenti della maggioranza Pd-Patt-Upt si preoccupano di garantire vitto, posti letto, telefoni e ricariche gratis, ma per converso tralasciano di dirci quale futuro propongono a questi immigrati perennemente annoiati. Ciò che a parole si vuol far passare come una risorsa in realtà si sta rivelando un problema; chi oggi è accolto e sfumato non di rado domani si può rivelare un pericolo.
Elemento di maggiore gravità è l'inettitudine di un sindaco che non è in grado di dare certezze circa la sicurezza pubblica lasciando Trento in balia della paura. Ad esempio, gli otto profughi allontanati dal Cinformi che fine faranno, se non quella di bighellonare e far esplodere prima o poi la loro rabbia? Urge una riflessione seria e spassionata: cui prodest? A chi giova questa situazione di allarme sociale? Per quanto tempo la politica sarà in grado di nascondere la polvere sotto il tappeto?
Il rischio di creare conflitti culturali è all'orizzonte, assieme ad una crescente insofferenza sociale. Oggi nord-africani e centro africani si picchiavano come selvaggi nella preistoria, senza freni inibitori, determinati esclusivamente ad eliminarsi sicut bestias. E domani cosa accadrà?»
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