Trento
Olivi sul caso Marangoni: «manca il piano industriale»
L'assessore allo sviluppo Alessandro Olivi ha riferito oggi alla Seconda Commissione presieduta da Luca Giuliani (Patt) circa gli impegni affidati alla Giunta per salvaguardare i posti di lavoro a rischio della Marangoni di Rovereto.

L'assessore allo sviluppo Alessandro Olivi ha riferito oggi alla Seconda Commissione presieduta da Luca Giuliani (Patt) circa gli impegni affidati alla Giunta per salvaguardare i posti di lavoro a rischio della Marangoni di Rovereto.
Impegni che l'assemblea legislativa aveva già affidato all'esecutivo il 10 marzo scorso con la mozione 118 e poi rafforzati dalla Risoluzione approvata al'unanimità in aula l'11 maggio. Il testo auspicava la rapida riapertura delle trattative che si erano arenate tra l'azienda e le organizzazioni sindacali per scongiurare il rischio dei 120 licenziamenti preannunciati da Marangoni e il rilancio dell'attività produttiva con un piano industriale.
"La presa di posizione del Consiglio provinciale e della Giunta – ha ricordato Olivi – ci ha portato alla riapertura del tavolo dove abbiamo sollecitato l'azienda a non limitare i propri obiettivi agli esuberi e ad una logica difensiva, ma a prevedere ammortizzatori sociali e soprattutto a prospettare una riqualificazione produttiva con la definizione di un piano industriale".
Olivi ha anche dato conto dell'attuazione attraverso gli ammortizzatori sociali di una mozione del maggio 2014 per la ridefinizione degli interventi a sostegno delle politiche attive del lavoro, e ottenuto la sospensione dell'esame dei disegni di legge di Passamani e Civettini per modificare la legge provinciale sul lavoro. Infine l'assessore Dallapiccola ha rassicurato la Seconda Commissione circa il libero transito di mezzi a motore sulle strade forestali consentito dalla Giunta per la commercializzazioni dei prodotto caseari delle malghe:"le richieste – ha detto – sono state pochissime".
Grazie alla Risoluzione approvata all'unanimità dal Consiglio provinciale – ha proseguito Olivi – abbiamo indotto l'azienda a tenere conto delle due richieste e questo ha portato alla svolta scaturita dall'incontro del 27 maggio con le organizzazione sindacali, dove la Marangoni ha proposto di ridurre il numero degli esuberi dai 120 inizialmente ipotizzati a 48, con 14 possibili ricollocazioni in attività del gruppo e 10 lavoratori accompagnati alla pensione.
"Se le cose stessero così – ha evidenziato l'assessore – la mobilità forzata prevista per quest'anno si ridurrebbe a 20-25 unità, a favore delle quali l'azienda si è dichiarata disponibile ad adottare un piano sociale, con misure attuative da definire". La riduzione degli esuberi è quindi per l'assessore un primo effetto "non ancora soddisfacente ma significativo", ottenuto. Significativa è stata anche per Olivi "la disponibilità data dalla Marangoni dopo l'intervento della Provincia ad utilizzare gli ammortizzatori sociali prospettando un contratto di solidarietà di un anno senza prevedere la mobilità alla fine del percorso. La Giunta ha sollecitato anche la definizione di un piano industriale che indichi una prospettiva e l'azienda ha risposto dichiarandosi disponibile a mettere in campo un gruppo di lavoro sul futuro delle attività".
Nonostante l'insoddisfazione manifestata dalle organizzazioni sindacali, Olivi ha sottolineato che "una scossa è stata data, perché le parti si sono rimesse a discutere ad un tavolo e non per parlare solo di esuberi. Qualcosa si è mosso e il sindacato ne ha preso contezza. La trattativa oggi è in corso ma ci pare fondamentale aver riaperto una trattativa che si era fermata".
Civettini (Civica Trentina) ha ricordato i 45 milioni di euro concessi dalla Provincia alla Marangoni per l'immobile "che ora ha probabilmente un altro valore". A suo avviso l'azienda dovrebbe quindi restituire queste risorse. Ma soprattutto per il consigliere la vera questione consiste nel trovare un'altra impresa che subentri nell'attività produttiva del ricoperto, "altrimenti si accompagnano i lavoratori al de profundis".
Dopo aver ricordato che gli impianti produttivi della Marangoni "sono obsolescenti", Civettini ha sottolineato soprattutto la gravissima mancanza di un piano industriale, in assenza del quale "non si andrà da nessuna parte". Per Degasperi (Movimento 5 stelle) la Provincia non sta assumendo al tavolo dei negoziati tra la Marangoni e le organizzazioni dei lavoratori il ruolo attivo che invece ad essa compete in virtù delle risorse investite in quest'azienda per riequilibrare i rapporti altrimenti sbilanciati a sfavore dei lavoratori. Ha sottolineato la gravità della mancanza di un piano industriale che chiarisca le intenzioni dell'azienda che altrimenti "non può rimanere sul territorio".
Piano che logicamente dovrebbe precedere l'utilizzo degli strumenti, mentre qui si discute solo di questi ultimi. "Il rischio – ha osservato Degasperi – è che della Marangoni rimanga solo l'inceneritore che, sottoposto a verifica, è risultato irregolare. C'è da chiedersi – ha proseguito Degasperi – perché nessuno metta in discussione l'inceneritore e preferisca invece mettere in discussione i posti di lavoro, chiedendo altri sacrifici ai lavoratori senza spiegare il perché".
Olivi: se la Pat rompesse l'accordo l'azienda chiuderebbe. L'assessore Olivi ha risposto ricordando che la Provincia ha finanziato la Marangoni non con contributi ma con un leasing e che l'azienda sta restituendo le risorse pubbliche ricevute. "Certo – ha riconosciuto – il rilancio dell'azienda è mancato soprattutto perché il settore è in grave difficoltà e non vi sono stati gli investimenti necessari, perché i 6-7 milioni destinati a questo scopo non hanno rilanciato l'attività produttiva".
Quanto al contratto di leasing con la Marangoni, Olivi ha garantito il monitoraggio della situazione e si è impegnato a valutare entro agosto se e come rompere l'accordo. "Ma se questo accadesse – ha aggiunto – è evidente che l'azienda chiuderebbe. Oggi occorre sforzarsi di salvaguardare l'esistente. Ciò non vuol dire escludere dalle possibili azioni da attuare anche la messa in discussione in tutto o in parte degli accordi della Provincia con Marangoni, ma questa è l'estrema ratio. Fintanto che le parti siedono attorno ad un tavolo, la Provincia ha il dovere di partecipare alla trattativa favorendo la ricerca di punti di mediazione."
E proprio per questo – ha preannunciato. La priorità oggi è la salvaguardia dei posti di lavoro. Non possiamo sostituirci all'imprenditore. Olivi – domani saremo presenti al negoziato". Ovviamente, ha osservato l'assessore, perché un piano sociale abbia senso servirebbe un piano industriale che è però solo l'azienda e non certo la Provincia a dover predisporre. "Le politiche pubbliche non possono sostituire gli imprenditori. Da parte nostra oggi la nostra preoccupazione prioritaria è di salvare i posti di lavoro, anche se è vero che un piano sociale o è funzionale ad una riconfigurazione produttiva e quindi ad un piano industriale che oggi manca a quest'azienda, oppure difficilmente tornerà il sereno". Per Olivi serve quindi da un lato "un accordo che blindi la situazione esistente" e dall'altro "l'elaborazione di un piano industriale da parte dell'azienda anche trovando collaborazioni con altre realtà produttive senza le quali oggi non si va da nessuna parte". "Compito dell'amministrazione provinciale – ha concluso l'assessore – è avere un approccio intransigente ma anche finalizzato a trovare una soluzione all'emergenza attuale. Si tratta di gestire questa fase delicatissima attraverso la salvaguardia dei posti di lavoro, e secondo me esistono le condizioni per riuscirci".
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