Trento
Il Trentino ringrazia lo chef eroe d’America Bruno Serato
Una giornata, quella insieme a Bruno Serato, che concilia le grandi risorse in termini di volontariato del Trentino con il tessuto istituzionale e imprenditoriale della nostra provincia. «Dalle parole bisogna passare ai fatti – ha ribadito oggi più di una volta lo chef più buono del mondo – troppo spesso molti di noi parlano ma poi non si danno da fare».

Una giornata, quella insieme a Bruno Serato, che concilia le grandi risorse in termini di volontariato del Trentino con il tessuto istituzionale e imprenditoriale della nostra provincia. «Dalle parole bisogna passare ai fatti – ha ribadito oggi più di una volta lo chef più buono del mondo – troppo spesso molti di noi parlano ma poi non si danno da fare».
Bruno Serato, famoso cuoco d'oltreoceano, veneto di origine, "incoronato" eroe d'America dalla CNN per l'aiuto concreto che da 11 anni garantisce ogni giorno a 2000 bambini bisognosi di Anaheim, a sud di Los Angeles e testimonial delìla fondazione Trentina per l'autismo ha voluto vedere con i propri occhi «Casa Sebastiano» di Coredo. «Da molto tempo sento parlare di questa realtà trentina e sono venuto qui in Italia apposta per vedere a che punto e' la costruzione, ebbene, sono rimasto stupito nel vedere che il centro è ormai finito, un esempio di un popolo, quello Trentino dei fatti e non solo delle parole»
Una giornata densa di importanti messaggi e di momenti davvero commoventi che hanno lasciato in molti con le lacrime agli occhi. La giornata per Bruno Serato era iniziata nella mattinata quando ha fatto visita ai ragazzi della scuola alberghiera di Ossana dove, durante il suo discorso, ha lasciato a bocca aperta i 140 studenti della prestigiosa scuola della valle di Sole. Lo chef californiano nato a Soave ed emigrato 30 anni fa in california ha poi visitato «Casa Sebastiano» guidato dal presidente della fondazione trentina dell'autismo Giovanni Coletti.
Serato è stato poi ricevuto nel pomeriggio dal presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti. Con lui c'erano Giovanni Coletti, presidente della Fondazione trentina per l'autismo onlus, di cui lo chef Serato è amico e testimonial, e Riccardo Felicetti, presidente del Gruppo pasta dell'Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane (Aidepi) e amministratore delegato del pastificio Felicetti di Predazzo, che ha donato a Caterina's club circa 30.000 porzioni di pasta.
L'incontro ha permesso a Dorigatti di consegnare a Serato una targa-ricordo per ringraziarlo a nome di tutti i trentini dell'opera di solidarietà da lui portata avanti. «La crisi non è solo economica – ha osservato il presidente – perché sta anche nel ritirarsi ciascuno nel proprio orto. Ma– ha proseguito Dorigatti – il Trentino che ha nel proprio dna la coesione sociale e l'inclinazione a non lasciare indietro nessuno, sa bene che dare da mangiare è già fare comunità e che fare comunità è fare solidarietà».
Ne sono la concreta dimostrazione, ha aggiunto Dorigatti, Coletti e Felicetti la cui apertura e attenzione al mondo ha permesso di stringere questo rapporto con il noto chef californiano. «Quando mi hanno nominato eroe della CNN per i quasi due milioni di bambini sfamati in 11 anni – ha raccontato Serato – ho detto: occorre smettere di parlare di solidarietà e passare ai fatti».
E ha evidenziato che «noi non ce ne rendiamo conto, ma con una scatola di pasta si possono sfamare anche sei-sette bambini». Dopo aver espresso gratitudine a Dorigatti per il sostegno assicurato dalla Provincia a Casa Sebastiano, lo chef ha ricordato come la Fondazione Caterina's Club con cui collabora, sfami quotidianamente bambini in 14 città di una delle zone più ricche della California.
E di aver ricevuto da Felicetti e Barilla un aiuto concreto e silenzioso che lui non aveva neppure richiesto. Infine ha citato la lettera da lui scritta a Papa Francesco per proporgli una raccolta di pasta in tutte le chiese a favore di chi ha bisogno: «così – ha concluso – potremmo sfamare il mondo intero».
E Francesco gli ha risposto con entusiasmo, autorizzandolo a benedire tutti quelli che aiuteranno quest'opera. Riccardo Felicetti, dell'omonimo pastificio della val di Fiemme, ha ricordato l'incontro da lui avuto con Serato in America insieme al collega imprenditore Paolo Barilla e di aver deciso di cooperare con l'iniziativa semplice e proprio per questo geniale dello chef «perché la pasta crea socialità e crea gioia, risolve tantissimi problemi».
Dal canto suo Giovanni Coletti, artefice dell'incontro con Dorigatti, ha evidenziato la grande importanza di avere ambasciatori come Serato perché la ricerca sull'autismo cresca attraverso una rete di relazioni anche internazionali. Sotto questo profilo Coletti ha preannunciato per il 24 giugno a Coredo un convegno scientifico promosso dalla Fondazione per l'autismo con l'Istituto superiore della sanità, in occasione del quale studiare il modello trentino e metterlo a disposizione di tutti.
Poi Bruno Serato è stato ospitato a TeleCuore Trentino dove ha risposto alle domande della conduttrice Francesca Mazzalai e raccontato degli aneddoti commoventi della propria vita che saranno inseriti in uno special a lui dedicato. Il ricordo è tornato alla mamma, scomparsa oltre un anno fa e ideatrice del progetto «Fondazione Caterina's Club», «nostra madre credeva di avere solo 7 figli, invece ora è consapevole dal paradiso di averne migliaia» – ha detto Serato commovendosi.
Ma il nodo a gola è continuato quando è stato ospitato nel tardo pomeriggio al bar «Tutti per uno» a Spini di Gardolo dove ad attenderlo erano presenti un centinaio di persone che l'hanno applaudito lungamente. Coletti, molto comosso, ha donato allo chef una targa ricordo da parte della Fondazione trentina per l'autismo.
«Dobbiamo pensare a chi è povero e dobbiamo farlo tenendo la mano sul nostro cuore, ma dobbiamo essere consapevoli che anche un piccolo segno, una piccola donazione può essere l'inizio di una cosa grande». «Qui in Trentino ci sono delle persone che sono buone, delle persone che preferiscono i fatti alle parole – ha terminato rivolgendosi a Giovanni Coletti – per questo voglio pensare che il mio soggiorno a Trento possa essere solo l'inzio di un gemellaggio con la California ma soprattutto un percorso che la Fondazione Trentina per l'autismo costruirà in America, la terra della ricerca e delle grandi occasioni. Il volontariato è come un virus, ebbene, ora voglio che che questo virus venga condiviso con più persone possibili».
Durante la visita a Casa Sebastiano
Presso la scuola alberghiera di Ossana
Presso TeleCuore Trentino mentre risponde alle parole di Francesca Mazzalai
Al Bar tutti per uno insieme alle bariste
Mentre riceve la targa ricordo dalla Fondazione Trentina per l'autismo
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