Italia ed estero
L’avvocato del diavolo: chi è Frank Berton, il legale di Salah Abdeslam
Scegliendo di difendere Salah Abdeslam, il terrorista per mesi ricercato numero uno in Europa, l'avvocato francese Frank Berton (nella foto), 53 anni, si è preso il rischio di diventare il legale più detestato di Francia.

Scegliendo di difendere Salah Abdeslam, il terrorista per mesi ricercato numero uno in Europa, l'avvocato francese Frank Berton (nella foto), 53 anni, si è preso il rischio di diventare il legale più detestato di Francia.
Un rischio non sembra aver paura di correre. Eric Dussart, cronista giudiziario de La Voix du Nord, ripreso da FranceTv, lo conosce da più di vent'anni e racconta: “Che si tratti di difendere un piccolo commerciante di Lille o Salah Abdeslam, per lui l'importante è che non sia facile. Penso che sia questo a motivarlo”.
Berton ha costruito la sua carriera difendendo assassini, trafficanti e terroristi, partecipando a molti processi ad alto interesse mediatico. Molti ancora ricordano la sua difesa di Dominique Cottrez, infanticida che ammise di aver ucciso 8 dei suoi figli appena nati. Una difesa appassionata, che permise alla donna di ottenere una pena due volte inferiore a quella chiesta dall'accusa.
Intervistato dal quotidiano francese Liberation, Berton ha giustificato la sua decisione di dedicarsi alla professione forense con il desiderio di “tirare fuori la gente dai pasticci”.
“Ciascuno ha il diritto alla difesa – dice a proposito del suo nuovo assistito, Salah Abdeslam – Viviamo in una Repubblica. Altrimenti non ci sarebbe bisogno di fare un processo… Basterebbe tagliarli direttamente la testa”.
“Salah non può essere giudicato per le azioni altrui”, continua Berton. Ma questo non basta per giustificare la decisione di difendere l'uomo che ha contributo ai due attentati che hanno scosso il continente. Frank Berton non difende “mai una causa, una morale o una storia, ma delle persone. È la natura umana che gli interessa”, rivela la sua moglie e collega, Bérangère Lecaille, aLiberation.
Prima di accettare di difendere Abdeslam, Berton ha voluto incontrarlo nella sua cella, in Belgio, venerdì scorso. Due ore dopo le quali si è convinto che il suo cliente è pronto a parlare del suo coinvolgimento negli attentati di Parigi.
Non è la prima volta che Berton difende un terrorista. Prima di Salah era stata la volta di Smain Ait Ali Belkacem, condannato per il suo coinvolgimento a un attentato sulla metro parigina nel 1995. Quando Belkacem ritrattò le sue dichiarazioni, Berton rinunciò alla sua difesa. “Questo ho detto a Salah Abdeslam”, fa sapere l'avvocato, svelando così le sue regole di ingaggio: il terrorista dovrà dire la verità.
La stampa francese lo definisce “un animale da palcoscenico”. “Trabocca di umanità, ha una grande capacità di sondare gli animi. È un po' come una spugna, prende ispirazione un po' da tutto ciò che succede in aula”, sostiene Julien Delarue, anche lui avvocato. “La maggior parte dei suoi clienti sono persone semplici e umili – rilancia Nathalie Perez, giornalista di France 3 – parla come loro, mette loro una mano sulla spalla. Quando piangono tira fuori un fazzoletto”.
L'ipersensibilità di Berton è in buona parte riconducibile alla sua storia personale. Una storia piena di cicatrici. Nato ad Amiens nel 1962, Berton è il primo di tre figli. La madre segretaria della federazione del Partito Comunista, il padre agente di commercio. “Mio padre mi picchiava, forte”, racconta lo stesso Berton. Fino al giorno in cui il giovane intervenne per difendere la madre. Da lì il padre violento se andò, senza mai più ritornare.
A scuola non eccelleva Frank Berton, ma in cambio era un ottimo nuotatore. Di complessi ricorda di averne avuti alcuni, “come le persone che oggi difende in aula”. Il giovane Frank Berton, timido, vulnerabile e introverso è rimasto intrappolato dentro il penalista dallo sguardo tetro, ma pieno di lacrime.
Un “animale da palcoscenico” intenzionato a vincere l'ennesima sfida: convincere l'opinione pubblica che anche il nemico numero uno ha diritto a una difesa.
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