Trento
Marito e figlia autistici: un mondo da scoprire.
In una famiglia, due componenti su quattro sono affetti da una forma di autismo. Com'è vivere così? Lo sa Chiara De Bernardi, medico, mamma di Silvia e moglie di Daniele, che ha scritto un libro sulla sua famiglia: "Ti disegno che ti amo. Un approccio positivo all'autismo"(Ed. Franco Angeli).

In una famiglia, due componenti su quattro sono affetti da una forma di autismo. Com'è vivere così? Lo sa Chiara De Bernardi, medico, mamma di Silvia e moglie di Daniele, che ha scritto un libro sulla sua famiglia: "Ti disegno che ti amo. Un approccio positivo all'autismo"(Ed. Franco Angeli).
Dal libro traspare più energia che tristezza. Nel descrivere la figlia dodicenne, ad esempio, Chiara ne esalta prima di tutto le abilità. Il potenziale che la gente «sottovaluta o non considera» dice. A quella piccola ragazza «basta guardare un attimo, scritte su un foglio, le tabelline, le poesie e le parole in inglese, per saperle a memoria. Non è come gli altri bambini, che devono studiare e ripetere molte volte. Lei apprende subito, all'istante – racconta la mamma. Impara dai fogli però. Non dalle persone. Perché non le lascia entrare nel suo mondo».
Eppure Silvia, fino ai due anni, era uguale a tutti gli altri: «Guardava negli occhi, reagiva agli abbracci, alle sgridate. Esternava le emozioni. Poi il sorriso le si è spento. Si è isolata sempre di più. A un certo punto ha smesso del tutto di comunicare con gli altri». Aveva, ed ha, crisi di rabbia «improvvise, furiose e incomprensibili». A volte pare impermeabile: «esiste solo il suo misterioso universo». La disperazione, all'inizio, si può immaginare. Poi uno squarcio si è aperto.
Ancora una volta sono arrivati in aiuto i fogli, una terapia conquistata in modo spontaneo: «Le emozioni che non riesce a esprimere coi gesti e le parole, le dice con i suoi straordinari disegni». I suoi colori sono diventati sempre più belli, lei ne è orgogliosa. Il libro è dedicato a chi «capirà che avere di fianco un autistico è un privilegio, peraltro sempre più frequente». Lo leggeranno i compagni di quella bambina di Legnano, autistica, che ha rinunciato alla gita (poi annullata) perché nessun coetaneo se la sentiva di dormire in camera con lei?
In questi anni, se Silvia è migliorata così tanto, «è stato per chi l'ha inclusa, invece che escluderla». Il grazie va anche agli operatori della Sacra Famiglia, con il medico Lucio Moderato, al personale dell'ospedale San Paolo e in particolare a una psicomotricista: «È una fata, le ho portato un animaletto e mi ha restituito una bambina».
Dal 2013, un voucher regionale consente di avere educatori a domicilio: a casa Cassani ne hanno due, uno per Silvia e l'altro per Daniele, il marito ingegnere, cui un anno fa hanno diagnosticato la sindrome di Asperger. Anche quella è una forma di autismo, anche se più lieve. Com'è la vita, allora, in casa, per lei e per l'altra figlia, Irene, di 14 anni? «È come quando scopri di essere miope e metti gli occhiali cerca di spiegare Ti adatti, regoli le giornate in base alla diagnosi. Sarebbe più facile, senza doversi misurare con questa difficoltà. Ma alla fine, messe le lenti, di colpo non ti senti più strano, anche se vedi sfocato. Sei semplicemente miope».
Con loro e per loro, Chiara ha imparato a ricondurre le giornate a schemi conosciuti, evitando ogni imprevisto. Anche quelli che parrebbero banali. Ma anche a usare la fantasia per scoprire quegli stratagemmi che, a volte, li fanno stare in comunità. C'è una piccola chiave, per entrare in contatto con quegli animi misteriosi: lei l'ha trovata, e vuole fugare qualunque forma di pietismo.
A Milano il Comune ha appena assegnato uno spazio in Zona 2 all'associazione L'Ortica. Sarà dedicato alle forme di autismo gravi. «Mancava una casa sociale così», sorride finalmente la presidente, Fabrizia Rondelli, a sua volta mamma di un ragazzo autistico. Nel 2014 l'associazione aveva interrotto l'attività perché non poteva permettersi di pagare l'affitto a prezzi di mercato. Del servizio prezioso che torna, adesso saranno felici in tanti. I Cassani in testa.
Questo articolo riprende, con lievi modifiche, un testo di Elisabetta Andreis apparso su Il Corriere della Sera il 18.04.2016
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