Trento
Al Muse: meno mimose, più Rispetto
Una fotografia insieme per ricordare le donne vittime di discriminazioni e violenza: le lavoratrici del MUSE insieme per ricordare, nel giorno della Festa della donna, l’iniziativa Posto Occupato.

Una fotografia insieme per ricordare le donne vittime di discriminazioni e violenza: le lavoratrici del MUSE insieme per ricordare, nel giorno della Festa della donna, l’iniziativa Posto Occupato.
In occasione della Festa della donna il team del MUSE, in una formazione tutta al femminile, sceglie di lanciare un messaggio chiaro e forte contro tutte le discriminazioni e violenze che, anche in questo momento, in ogni parte del mondo, vengono perpetrate nei confronti dell’universo femminile.
Messo da parte il folklore,le mimose e le offerte speciali, il museo si impegna a utilizzare questa giornata per ricordare, attraverso una serie di post, riflessioni, testimonianze, le conquiste sociali, politiche, economiche compiute dalle donne in ogni sfera della vita privata e pubblica, in particolar modo in quella che lo tocca più da vicino, la scienza.
Sulla pagina facebook del MUSE per tutta la giornata sarà possibile compiere un viaggio nel tempo e scoprire di cosa sono state capaci le donne nel tempo. In più, per lanciare un segnale di unione e consapevolezza tutte le donne del MUSE si sono raccolte negli spazi della mostra Pau Brasil dell’artista Margherita Leoni per lanciare un messaggio e ricordare l’iniziativa Posto Occupato a cui il MUSE aderisce.
Il Museo delle Scienze riserva infatti, all’interno dei suoi spazi, un posto alle donne che hanno subito il dolore e la solitudine della violenza per far sì che la quotidianità non le sommerga. I visitatori del MUSE possono scoprirlo al secondo piano del MUSE, a due passi dalla sezione dedicata alla Storia delle Dolomiti, un su una panchina che normalmente accoglie grandi e piccoli, offrendo qualche minuto di riposo durante la visita al museo.
“Posto Occupato – sottolinea Maria Andaloro, ideatrice del progetto che, senza sosta, percorre da nord a sud l’Italia per comunicare con convinzione quest’iniziativa – è un’idea, un dolore, un pensiero, una reazione che ha cominciato a prendere forma man mano che i numeri crescevano e cresceva l’indignazione di fronte alla notizia dell’ennesima donna assassinata. E’ uno spazio per fermarsi e riflettere sulla responsabilità della società nei confronti di queste persone. La violenza sulle donne – prosegue – è un problema culturale e una responsabilità sociale. Dobbiamo fare in modo che le donne non si sentano sole. La solitudine è il miglior alleato della violenza, è compito di tutti fare in modo che le donne sentano il bisogno di affidarsi fiduciose alle istituzioni”.
Questo “gesto di memoria tangibile” si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Italia, coinvolgendo istituzioni culturali, spazi e luoghi pubblici, centri d’incontro. L’iniziativa, nata dal basso e a costo zero, punta a sensibilizzare la collettività in modo diretto per far sì che nella vita di tutti i giorni le persone siano portate a riflettere sul dramma vissuto dalle donne vittime di violenza. Ogni individuo deve sentirsi chiamato ad agire in prima persona, per contribuire a sconfiggere il muro di omertà, silenzio e abbandono che spesso divide queste donne dalla società.
Il MUSE di Trento, insieme all’Associazione Soroptimist International che ha lanciato l’idea e contribuito a realizzarla, sposa l’iniziativa e si impegna a diffondere il “contagio”, sollecitando altre realtà culturali vicine, privati cittadini e istituzioni a dedicare un Posto occupato e a riflettere sul senso di quest’iniziativa.
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