Italia ed estero
Rifugiati, Merkel: “No alle quote, serve una coalizione di volenterosi”
La cancelliera tedesca si è arresa senza combattere. Angela Merkel ha abbandonato anzitempo il progetto di introdurre quote permanenti per la ripartizione di rifugiati in Europa. Ieri a Berlino, durante una conferenza congiunta con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, la cancelliera ha anticipato, infatti, una nuova proposta che discuterà giovedì nel vertice dei capi di stato e di governo a Bruxelles.

La cancelliera tedesca si è arresa senza combattere. Angela Merkel ha abbandonato anzitempo il progetto di introdurre quote permanenti per la ripartizione di rifugiati in Europa. Ieri a Berlino, durante una conferenza congiunta con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, la cancelliera ha anticipato, infatti, una nuova proposta che discuterà giovedì nel vertice dei capi di stato e di governo a Bruxelles.
“Le quote non sono all'ordine del giorno”, ha risposto piccata Angela Merkel a chi le chiedeva maggiori delucidazioni sul piano di meccanismo permanente per la redistribuzione delle centinaia di migliaia di richiedenti asilo che sono entrati negli ultimi mesi in Europa.
“Gli Stati membri si ridicolizzerebbero da soli se fissassero nuove quote”, ha puntualizzato con sarcasmo la cancelliera, ricordando come i 28 non siano stati in grado neanche di rispettare l'accordo per la spartizione di 160mila richiedenti asilo provenienti da Italia e Grecia. Da inizio autunno, sono, infatti, solo 500 quelli che sono stati ricollocati.
Non sono solo gli Stati dell'Europa centrale che non vogliono sentire parlare di quote. Anche la Francia, questo fine settimana, per bocca del suo primo ministro, Manuel Valls, ha fatto sapere che per quest'anno non ha intenzione di accogliere più dei 30mila richiedenti asilo previsti dall'accordo dello scorso autunno.
La Commissione europea ha ormai da tempo fiutato il vento che tira e, stufa di vedere cadere tutte le sue proposte a causa dell'egoismo di alcuni Stati membri, ha deciso di proporre giovedì “un meccanismo di ripartizione volontaria”, che consenta, agli Stati membri che lo desiderano, di accogliere i rifugiati siriani attualmente ospitati dalla Turchia.
Una vera e propria “coalizione dei volenterosi”, per ripartirsi le responsabilità dell'accoglienza con la Turchia, che al momento ospita più di due milioni di rifugiati siriani, ma anche e soprattutto per istituire un canale legale per gli ingressi in Europa. Dalla Turchia, poi, ci si attende in cambio un maggiore impegno nella lotta all'immigrazione clandestina.
Questo sembra essere l'ultimo tentativo prima di sigillare la frontiera greco-macedone-ungherese. Commissione e Stati membri sono ormai a corto di idee. Anche la cancelliera ha confidato di non essere troppo convinta dalla decisione di offrire alla Turchia un'ultima chance per collaborare, ma ha comunque deciso di sostenere pubblicamente il piano.
Il tutto nello stesso giorno in cui l'Austria ha formalmente deciso di mettere in atto quello che minacciava da settimane e, cioè, la reintroduzione dei controlli alla frontiera con l'Italia.
Dopo non essere riuscita a imporre la ripartizione obbligatoria dei rifugiati, l'Unione europea vola basso e punta tutto sulla solidarietà degli stati “volenterosi”. Una mossa apparentemente priva di ambizione che, però, offre agli Stati che da mesi chiedono una maggiore integrazione l'occasione per farsi avanti e giocare le loro carte. Per i sostenitori dell'Europa a due velocità, questo è il momento di accelerare. Renzi è avvisato.
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