Italia ed estero
Dopo la tempesta perfetta: le sfide dell’Unione europea per il 2016
Mai come oggi l’Europa è stata sotto assedio. L’ultimo anno è stato quello della tempesta perfetta: l’orrore di Charlie Hebdo, l’ondata senza fine di migranti, lo spettro della Grexit, lo scandalo Volkswagen e gli attentati di Parigi hanno scandito l’annus horribilis dell’Unione.

Mai come oggi l’Europa è stata sotto assedio. L’ultimo anno è stato quello della tempesta perfetta: l’orrore di Charlie Hebdo, l’ondata senza fine di migranti, lo spettro della Grexit, lo scandalo Volkswagen e gli attentati di Parigi hanno scandito l’annus horribilis dell’Unione.
La tragedia dei migranti è quella che ha messo più a dura prova la tenuta dell’Unione. I Paesi dell’est, tra i più colpiti dalla crisi, si sono a lungo opposti a una soluzione condivisa con gli altri Stati membri. Meglio erigere muri ed espellere chi è entrato illegalmente. Pure la Germania di Angela Merkel si è mossa da sola, aprendo le sue porte a tutti i rifugiati siriani.
A fatica è stato trovato in autunno un compromesso sul meccanismo di ricollocazione, che prevede che 160.000 richiedenti asilo provenienti da Italia e Grecia, costrette insieme all’Ungheria a fronteggiare il maggior numero di arrivi, vengano trasferiti negli altri Stati membri. Briciole se si considera che solo nell’ultimo anno le persone giunte in Europa sono state più di un milione. Fino ad ora, però, solo 200 migranti sono stati ricollocati. Questo dà una chiara idea della fragilità della solidarietà europea.
Nel 2016 queste soluzioni d’urgenza verrano sostituite da misure permanenti. In febbraio si attende che la Commissione europea presenti la sua proposta per un meccanismo di ricollocazione permanente. In marzo, il Parlamento europeo voterà l’introduzione di una guardia di costiera e di una guardia di frontiera europee, con l’obiettivo di mettere finalmente in sicurezza le nostre frontiere esterne. Non sarà una passeggiata: è, infatti, tutt’altro che scontato che gli Stati membri cedano a cuor leggero la loro sovranità in materia di controllo dei confini.
Per quanto riguarda, invece, la lotta al terrorismo, l’obiettivo è intensificare la cooperazione tra i servizi d’intelligence dei vari Paesi, migliorando la condivisione delle informazioni e rafforzando il ruolo dell’Europol, l’agenzia europea per la lotta al crimine. In gennaio, poi, il Parlamento europeo voterà la proposta che dovrebbe obbligare le compagnie aeree a fornire i dati dei passeggeri che entrano o escono dal’UE agli Stati membri, al fine di aiutare le autorità a combattere il terrorismo.
Anche nel 2016 l’economia continuerà a tenere banco. Nell’anno appena passato sono stati raggiunti importanti risultati, con il Parlamento europeo che ha adottato una nuova direttiva per contrastare l’elusione fiscale delle grandi multinazionali, che fino a oggi hanno potuto sfruttare degli accordi speciali per pagare le tasse nello Stato membro in cui conveniva loro di più. Da oggi non sarà più così, le multinazionali dovranno pagare le tasse là dove producono.
E non dimentichiamo il Fondo europeo per gli investimenti strategici, fiore all’occhiello del programma della Commissione di Jean-Claude Juncker, approvato speditamente nei primi mesi dell’anno con la promessa di smuovere nei prossimi tre anni ben 315 miliardi di investimenti aggiuntivi in tutta Europa. Il 2016 ci dirà se le ambizioni del Piano Juncker saranno destinate o meno a naufragare e se sarà necessario il tanto invocato (soprattutto dai socialisti) ulteriore stimolo alla crescita.
Il 2016 sarà poi anche l’anno in cui verrà definito il nuovo assetto del mercato digitale europeo. Obiettivo: dare nuovo slancio al mercato online, riducendo i costi di consegna e, soprattutto, eliminando la famigerata pratica del geo-blocking, che impedisce ad alcuni utenti di accedere ad alcuni contenuti digitali sulla base della loro localizzazione geografica. Un esempio? L’impossibilità di accedere dall’estero al sito della RAI o di Mediaset.
Nell’anno a venire verrà anche messa alla prova la volontà degli Stati membri a impegnarsi per raggiungere gli obiettivi fissati durante la conferenza sul clima di Parigi. Tra i progetti in cantiere il più ambizioso è quello dell’Unione dell’Energia, il piano della Commissione europea per completare il mercato unico dell’energia e garantire così energia sicura, sostenibile, competitiva e a prezzi accessibili per tutti gli europei.
Le proposte per rimette in piedi l’Europa non mancano. Il 2016 ci darà la misura della loro bontà.
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