L'interrogazione
A Susà di Pergine cinque piani di desolazione… e io pago! – interrogazione di Claudio Cia
"Perché la Provincia acquisisce immobili anche se non sa cosa farsene?". E’ la domanda che il consigliere provinciale Claudio Cia pone direttamente al Presidente della Giunta Ugo Rossi.
"Perché la Provincia acquisisce immobili anche se non sa cosa farsene?". E’ la domanda che il consigliere provinciale Claudio Cia pone direttamente al Presidente della Giunta Ugo Rossi.
Dopo aver portato all'attenzione del governo provinciale la situazione di degrado della scuola per gli sport invernali al Passo del Tonale, ex hotel Panorama di Sardagna, ora Claudio Cia affronta la spinosa vicenda del complesso ex Artigianelli a Susà di Pergine.
LA STORIA DELL'IMMOBILE – L’immobile iniziò a svolgere il servizio nei confronti della comunità di Pergine, garantendo ospitalità temporanea agli istituti scolastici di vario ordine e grado per cui venivano realizzate nuove sedi oppure le cui sedi erano interessate da lavori di adeguamento e ristrutturazione. La scuola dell’infanzia di Caldonazzo venne ospitata nell’edificio nella prima parte dello scorso decennio, quando la sua sede fu oggetto di un intervento di ristrutturazione. Tale funzione di servizio si articolò anche nell’utilizzo dell’immobile a favore degli ospiti della casa di riposo ed ancora per i malati psichiatrici.
Esaurita tale funzione, nel corso del passato decennio lo stabile venne abbandonato. Mentre iniziava la messa a fuoco della sua possibile acquisizione da parte della Provincia, cominciavano anche le “operazioni” di indisturbato saccheggio e di generale devastazione che hanno sfigurato l’immobile.
Con deliberazione n. 2360 del 22 dicembre 2014 la Giunta provinciale autorizzava la stipulazione di un contratto di permuta con contestuale costituzione di servitù fra la Provincia Autonoma di Trento e l'Istituto Pavoniano Artigianelli di Trento (Congregazione religiosa dei Figli di Maria Immacolata – Provincia Italiana), con il quale la P.A.T. avrebbe acquisito la proprietà dell’enorme edificio di Susà di Pergine, conil piazzale a valle, con contestuale costituzione di servitù passiva a carico dei beni acquisiti dalla Provincia Autonoma di Trento a favore dell’Istituto Pavoniano Artigianelli.
La parte alta, a monte della strada che porta al Mas del Pic, con la Casa San Giuseppe e la Casa dei Masadori, sarebbe rimasta proprietà dei Pavoniani. La Provincia disponeva il trasferimento ai Pavoniani della proprietà di parte dell’edificio situato a Trento in piazza Fiera n. 4, che ospitava uffici dell’Amministrazione, con contestuale costituzione di servitù a favore dell’Istituto Pavoniano Artigianelli.
Come riportato nella delibera citata, le apposite perizie di stima svolte dal Servizio Gestioni Patrimoniali e Logistica della Provincia, datate novembre 2014, avevano quantificato: per i beni ceduti dalla Provincia Autonoma di Trento all’Istituto Pavoniano, un valore di mercato pari a euro 4.251.000,00 al netto delle servitù; per i beni ceduti dall’Istituto Pavoniano Artigianelli alla Provincia Autonoma di Trento, comprensivo della servitù passiva a favore delle restanti realità dell’Istituto Pavoniano Artigianelli, un valore, determinato ai sensi dell’art. 36 della L.P. 23/1990, pari a complessivi Euro 5.742.000,00.
La delibera dava, quindi, conto che in data 21/11/2014 il Superiore provinciale della Congregazione Religiosa dei Figli di Maria Immacolata (Pavoniani) – Provincia Italiana, cui fa capo l’Istituto Pavoniano Artigianelli di Trento, aveva inviato una dichiarazione di accettazione del valore di permuta alla pari, senza conguaglio, per l’importo complessivo di Euro 4.251.000,00, oltre ad eventuali oneri fiscali.
«Ora, – Afferma Claudio Cia – sicuramente non mancheranno coloro che ritengono tale accordo un successo per la Provincia, poiché il mancato conguaglio genererebbe un incremento del patrimonio provinciale pari a circa 1,5 milioni di euro. A tutti costoro, consiglierei di fare, come ho fatto io, un sopralluogo presso l’immobile a Susà di Pergine. A dieci mesi dalla citata delibera, lo stato di abbandono è totale. Senza alcun problema si entra all’interno dell’edificio. Lo spettacolo, che già da fuori è desolante, si arricchisce di ulteriori sconcertanti scoperte. Vetri rotti e sparpagliati ovunque, infissi distrutti, porte divelte, bagni distrutti, pavimentazioni scrostate e in via di disfacimento, pozzanghere che sono tracce di allagamenti evidentemente ripetuti, dal momento che le grondaie sono state smontate dopo la rimozione della prima fila di tegole, quadri elettrici semidistrutti, termosifoni divelti, tubazioni degli impianti danneggiate, porte degli ascensori che si aprono direttamente sul vano ascensore – situazione assai rischiosa, per il pericolo di cadute con gravi conseguenze -, muri che si scrostano e intonaci che si staccano, vecchi indumenti e materassi abbandonati, materiale di ogni genere ammucchiato alla bell’è meglio all’esterno, campetti da calcio e basket abbandonati e preda delle erbacce, che crescono anche in prossimità dell’edificio, interruttori rimossi, mobili vecchi e fatiscenti, calcinacci un po’ ovunque, estintori lasciati per terra, locale caldaia danneggiato e saccheggiato da vandali, la chiesa anch’essa lasciata in stato di totale abbandono».
Secondo Cia tale situazione, oltre ad essere originata dalla colpevole incuria di chi avrebbe dovuto garantire sino ad ora la sicurezza e la conservazione dell’area, pone seri dubbi circa l’utilità dell’operazione di permuta sopra richiamata.
«Tale situazione denuncia vizi di miopia e di superficialità ed evidenzia la leggerezza con cui troppo spesso la classe di governo della nostra Provincia amministra risorse che non sono sue, ma sono dei Trentini che lavorano, che pagano le tasse, che sfanno sacrifici e che amministrano con oculatezza i propri soldi» – Termina Cia.
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