Marika Poletti, censurata da facebook per la pubblicazione di una foto (vedi sopra) ritenuta offensiva, non ci sta, e insieme a tutto il partito reagisce.
Nelle ultime ore decine e decine di persone stanno condividendo la stessa foto, quasi per sfidare facebook o chi ha segnalato la cosa al social network più importante del mondo. La reazione di numerosi utenti di facebook è stata incisiva e non sono mancate anche le piccole «baruffe», come quella che ha coinvolto la consigliera Lucia Maestri che alla vista della foto ha esclamato, «minimo ti cancello dal mio profilo» – rivolto a Marika Poletti che ha prontamente risposto, «Spero tu possa fornirmi anche degli psicofarmaci per sostenere il democratico affronto».
Ma è proprio la stessa Poletti, che, finito il periodo di castigo e rientrata nel social reagisce, «eravamo indecisi, – afferma – non sapevamo se lasciar correre o meno ma poi abbiamo ritenuto doveroso riprenderci la forza ed il diritto di indignarci. Indignarci perché non siamo disposti a lasciare ad altri la facoltà di giudicare, condannare e censurare il nostro pensiero ed una delle massime espressioni dell’affetto umano: onorare la memoria di un amico che non vi è più».
Ricordiamo che la foto era solo un modo di ricordare il militante di fratelli d'Italia Max Ravanelli, il giovane scomparso 2 anni fa tragicamente in un incidente.
Gli amici della Poletti si scagliano contro gli anonimi protagonisti delle segnalazione, che vengono chiamati con nomi svariati, quali «zecche rosse», «eroi da tastiera», e anche la stessa presidente di Fratelli d'Italia non usa mezze misure, «I draghi da tastiera che segnalano anonimamente, i sistemi di controllo di facebook e le varie anacronistiche petizioni promosse da associazioni quali l’Anpi; tutti sedicenti sorveglianti della pubblica morale. Dimenticano – forse – che gli unici che potevano definirsi tali erano i censori romani, magistrati la cui reputazione, spessore e condotta di costumi erano inoppugnabili ed il cui giudizio comportava, oltre all’esclusione delle cariche magistrali, anche l’ignominia e la riprovazione sociale. Di certo i suddetti non possono vantare cotanto spessore, non sono meritevoli di sfoggiare moderne toghe. Ignorante ed offensivo è il pensiero di chi non ha altri strumenti per poterci attaccare».
«Del resto facebook, – incalza ancora Marika Poletti – dopo aver giudicato “offensiva” e rimosso l’immagine di uno striscione apposto il giorno del funerale di un ragazzo, nulla ha da eccepire contro pagine che incitato alla violenza sessuale contro la Madonna, abusi sugli animali od intitolate a bestemmie. Queste sono pagine che “rispettano gli standard della comunità”, come usualmente rispondono gli amministratori del social network. Se il nostro pensiero ed il nostro modo di vivere sono considerati fuori da questo annichilimento al ribasso, ne siamo più che orgogliosi».
L'ultimo pensiero è per l'amico Massimo Ravanelli, purtroppo suo malgrado «finito in questa macchina del fango». «Il nostro più forte abbraccio va ai suoi genitori che si sono trovati ad esser indirettamente oggetto dell’odio di coloro che per attaccare politicamente una persona ed una comunità sono pronti a buttare nel tritacarne un ragazzo e la sua memoria. Già questo dà la tara del peso dei moderni cultori del pensiero unico».
I dirigenti di Fratelli d’Italia-AN del Trentino, dopo aver sentito anche la madre di Max Ravanelli, hanno deciso di condividere «una volta di più quell’immagine a noi tanto cara». «Per le miserie e piccolezze altrui, solo vergogna».- conclude Marika Poletti.
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