Trento
I debiti di Lorenzo Dellai
Scorrendo le delibere dell'ufficio di presidenza del consiglio regionale, ci siamo imbattuti nella delibera n. 152 del 17 giugno 2015 che riguarda la restituzione dilazionata (rateizzazione) del vitalizio liquidato a Lorenzo Dellai, ex consigliere regionale, già presidente della Provincia autonoma per 3 legislature, oggi deputato.
Scorrendo le delibere dell'ufficio di presidenza del consiglio regionale, ci siamo imbattuti nella delibera n. 152 del 17 giugno 2015 che riguarda la restituzione dilazionata (rateizzazione) del vitalizio liquidato a Lorenzo Dellai, ex consigliere regionale, già presidente della Provincia autonoma per 3 legislature, oggi deputato.
La somma netta erogatagli dal consiglio regionale per effetto della l.r. 6/2012 è di 572.904,21 euro di cui 117.904,21 euro in contanti e 455.000,00 euro in quote (B) del Fondo Family (rimborsabili con rate del 25% a partire dal 2018).
L'on. Dellai, non avendo i requisiti dell'età per ricevere il vitalizio, deve, secondo la legge di riforma (ndr l.r. 4/2014), restituire gli anticipi in denaro e le quote (B) del Fondo Family a lui intestate.
Con lettera del 3 giugno scorso, inviata alla presidente del consiglio regionale Avanzo, Dellai, ribadendo una sua precedente del 12 gennaio 2015 e impossibilitato a restituire l'anticipo, chiedeva la rateizzazione.
Le motivazioni non sono note, tuttavia ciò che conta è che sono state accolte dall'ufficio di presidenza, con le astensioni dei consiglieri Bezzi e Stirner.
Secondo la citata delibera n. 152, la restituzione di 117.904,21 euro dovrà avvenire in 46 rate mensili di euro 2.565,00 (dal mese di luglio 2015 al mese di novembre 2018), mentre entro il 10 dicembre 2018, dovrà essere versato l'interesse sulla somma rateizzata, secondo il tasso di inflazione programmata a fine rateizzazione.
Che cosa succederà, invece, per le quote (B) non lo sappiamo. Sappiamo, invece, che se non lo avesse già fatto, Dellai ha ricevuto l'agostiana lettera-ultimatum della coppia Avanzo-Rossi, per la sottoscrizione della "presa d'atto" del trasferimento delle quote (B), a lui intestate, alla disponibilità del consiglio regionale.
Ciò che ci chiediamo, ribadendo quanto già scritto, è come sia possibile, se la legge di riforma (ndr l.r.4/2014) è giuridicamente legittima, che il consiglio regionale debba rifugiarsi nell'ambigua formula della " presa d'atto", anziché chiedere a PensPlan Invest SGR, il trasferimento delle quote (B) intestate a consiglieri ed ex consiglieri, alla disponibilità del consiglio (Quote A)?
A questa domanda, prima o poi, qualcuno sarà in grado di darci risposta.
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