Subito una informazione per i "fortunati" ed "intelligenti" che hanno in programma di visitare Expo in settembre od ottobre.
I visitatori infatti aumentano progressivamente arrivando a 150.000 /giorno, questo ha provocato lunghe code nei padiglioni di maggiore impegno ed interesse: Palazzo Italia, Germania, Brasile, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti, Cina, Giappone; l'organizzazione, anche dopo un intervento del Presidente del Bie (Organismo di controllo e coordinamento delle Esposizioni Universali) deciderà, dal primo settembre, di introdurre le visite "prenotate con orario prefissato nei padiglioni critici", cominciando già nell'ultima di agosto con Palazzo Italia ( arrivato a code di 3 ore) e Germania.
Questo renderà più agevole ed efficace la visita consentendo ai visitatori di settembre e ottobre, anche nell'ipotesi di un ulteriore aumento di presenze/giorno, di poter approfondire molti più padiglioni di auanto non sia successo sino ad ora.
Ecco qualche "suggerimento" ovviamente da valutare in funzione degli interessi personali:
1. Entrata: la meno faticosa per brevità di percorso è con la Ferrovia (costo da Milano 5 euro andata e ritorno come il metro), la più "suggestiva" e con il metro 1 con una "passerella" lunga ma spettacolare in avvicinamento alle centinaia di entrate che smaltiscono comunque rapidamente anche negli orari iniziali ogni livello di affollamento (sono centinaia!).
2. Padiglione Zero: collocato all'inizio ovest (ingressi in maggioranza) conviene aspettare durante la giornata o a fine visita perché la tendenza della gente è di andare subito al primo padiglione creando coda.
3. Avendo un programma "mirato" a determinati padiglioni è Molto Utile la navetta che percorre il perimetro del sito con numerose fermate (gratuita) prospicienti le "Zone "evitando lunghi percorsi a piedi.
4. I ristoranti di Eatitaly, a parte la economicità dei piatti e la velocità nel predisporre il vassoio per il ritiro, hanno due bellissime balconate in legno con 600 posti a sedere dove si consuma senza folla e con una vista gradevole sul sito.
5. Lo spettacolo delle 21 dell'Albero della Vita è "adrenalinico", notevole, conviene andare al lago una mezz'ora prima per sistemarsi sui gradoni in buona posizione preferibilmente dalla parte opposta di Palazzo Italia per una migliore visione.
6. La Svizzera, mi scuseranno gli amici elvetici, è l'unica a chiedere euro per entrare erogando in realtà dei prodotti molto modesti, pare un messaggio interessante, ma non merita esborsi.
7. Piacevole sostare all'altezza degli Emirati Arabi/Kazakhistan per frequenti momenti musicali e di coinvolgimeno; così come intorno a Palazzo Italia.
8. Indubbio il livello architettonico e dei contenuti dei padiglioni che provocano code cui aggiungo l'Azerbaigian, vera sorpresa senza clamore, ma di grande attrattività e fascino.
9. La dimensione è assolutamente incredibile per ampiezza, pulizia, servizio, sostegno di volontari e operatori, attenzione alle energie!!!!!!!!
10. I pasti sono talmente economici nella assoluta maggioranza dei casi (salvo max 10 ristoranti su 130, che però, non avendoli provati "si dice" servano a livello di gourmet)per cui non vale certo la pena trascinarsi dei panini o altro. Con 12-15 euro massimo menù disgnitosi.
Una considerazione conclusiva: indubbio evento "Unico" nella vita di una persona merita il sacrificio di una visita comunque complicata e impegnativa, eccezionale per Milano e l'Italia con una città che non ha mai avuto tanti turisti e tanto "nome nel Mondo", con infrastrutture che, a parte il sito, danno respiro a cittadine prima scollegate dalla Metropoli, adesso praticamente unite alla città e alle sue offerte di lavoro e culturali.
Una piccola notizia per chi vuole "osare" Zimbawe = panini di coccodrillo, di zebra e di pitone; Future Food District: acquisti di cavallette, vermi e formiche.
Ma a volte non è sempre oro quello che luccica e i toni trionfalistici degli amministratori trentini sulla «Piazzetta Trentino» presente ad Expo 2015 cozzano contro molte critiche di chi dice invece che le cosa non starebbero come scrivono da Piazza Dante.
Premesso che per lungo tempo sul territorio, prima dell'inizio di Expo 2015, anche a livello politico e associazionistico, i commenti principali o ignoravano del tutto l'evento o sottolineavano "non sarà pronto, ecc.ecc." non avendo capito niente della logica d'impatto economico e politico della Manifestazione e neppure della logica costruttiva (il 90% dei padiglioni sono dei pre-fabbricati in legno o materiali speciali che si fanno in 10 giorni, credo non ci siano neanche 10 Kg. di cemento in tutto expo!), l'unico pericolo vero è stata la mafia che purtroppo troviamo ovunque, non la tecnica o la logistica.
Poi, conseguentemente, l'impegno di contenuto per ottenere "ritorni" per il nostro territorio è stato marginale quando non deficitario. Penso solo al fatto che l'Associazione Artigiani espresse in scritto il proprio disinteresse per la manifestazione (credo che aziende artigiane partecipanti ai lavori siano state qualche migliaio di cui qualche 5 o 6 trentine).
Penso solo al fatto che lavorano in expo più di 10.000 persone a livelli variabilissimi (il solo padiglione Germania occupa 250 dipendenti) di cui credo ancora una volta una decina di trentini. Ma non erano certo i cittadini a dover intuire la potenzialità dell'evento, ma le strutture pubbliche.
Ora poi anche i trentini cominciano ad andare a vedere Expo e scoprono che la Piazzetta Trentino (affittata per un mese in rotazione ad altre regioni) è meno significativa di un banchetto del mercato, il sito Trentino (affittato per tutto Expo in coabitazione con Isernia!) sembra addirittura chiuso e non attira che qualche sparuta persona (su 100.000 al giorno e ora 150.000 che ci passano davanti)
L'unico appiglio sull'investimento è che, malgrado la assoluta e innegabile modestia e mancanza di idee, il successo di Expo (che nei prossimi due mesi diventerà eclatante con un ottobre da fuochi di artificio) consente di far almeno "vedere" il nome "trentino" a milioni di persone di cui oltre il 30% stranieri. Solo Questo può giustificare l'investimento (pochi centesimi per "contatto"), ma certo TUTTE le altre piazzette del Cardo, dico TUTTE, sono più capaci di esprimere un messaggio ed attirare i visitatori (certo i grandi padiglioni fanno il pieno, ma con investimenti e costi di gestione di gran lunga superiori) senza bisogno di sottolineare l'Alto Adige, che posto proprio di fronte al Trentino ha 150 volte in più di visitatori senza strafare (un poco di speck, una simpatica installazione e 3-4 persone sveglie e gentili).
Aggiungo quindi la mia delusione a quella già emersa da altri trentini in agosto e purtroppo temo che non vi sia recupero possibile (a fine agosto cessa il periodo della piazzetta dedicata e rimane solo la fanciulla che distribuisce i depliant!).
A cura di Umberto Servadei
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