Trento
Omicidio Trento: le «risposte insoddisfacenti» della Politica
Trento. L’assessora provinciale alle Pari opportunità Sara Ferrari è voluta intervenire (leggete qui) in merito al duplice femminicidio occorso recentemente a Trento che segue quello drammatico di Carmela Morlino uccisa a marzo. Ma alle parole non sembrano corrispondere i fatti.
Trento. L’assessora provinciale alle Pari opportunità Sara Ferrari è voluta intervenire (leggete qui) in merito al duplice femminicidio occorso recentemente a Trento che segue quello drammatico di Carmela Morlino uccisa a marzo. Ma alle parole non sembrano corrispondere i fatti.
Infatti in questi mesi sono state presentate ben due interrogazioni per cercare di comprendere il fenomeno della violenza famigliare al fine di impedire queste tragedie. Purtroppo sia l’ex assessora Donata Borgonovo Re che il nuovo assessore Luca Zeni non hanno risposto o quantomeno lo hanno fatto in maniera molto marginale, alla “politichese”, interrogazioni che cercavano di capire il fenomeno in relazione alla tutela minorile, argomento alquanto spinoso per la politica.
Abbiamo cercato di contattare telefonicamente tutti tre gli assessori ma nessuno si è reso disponibile. Il nostro giornale tuttavia è sempre pronto ad accogliere qualsiasi loro intervento.
Vari studi riferiscono che gli eventi delittuosi si verificano in presenza di figli minori, mentre i casi relativi a coppie senza prole o con prole ormai adulta sono limitati a percentuali bassissime inferiori al 2%. Per questo motivo il consigliere provinciale On. Giacomo Bezzi aveva presentato un’interrogazione il 16 marzo 2015 in cui scriveva che la tragedia oltre alla comprensibile sofferenza e indignazione, dovrebbe spingerci a capire meglio il fenomeno della violenza famigliare al fine di prevenire altre tragedie. Ma per ottenere questo scopo è necessario comprendere meglio la situazione dei servizi che si occupano delle famiglie e della violenza famigliare: qual è la situazione in Trentino?
Abbiamo interpellato telefonicamente l’On. Bezzi subito dopo i fatti di via Marchetti, in relazione proprio della sua interrogazione, “a seguito di quanto accaduto – dichiara Bezzi –, in primo luogo è d’obbligo il silenzio onde evitare facili strumentalizzazioni, alcuni fatti erano stati denunciati e quindi, in qualche modo, chi ha delle responsabilità deve farsi carico di capire questo fenomeno nel pieno rispetto della popolazione trentina, giovani vite spezzate, condizioni di vita al limite dell’esasperazione devono portare a riflettere seriamente su questo fenomeno che, purtroppo, non è il primo, è chiaro – continua Bezzi – che si tratta di una sconfitta di tutta la società, interroghiamoci prima per capire come evitare queste sciagure”.
Per quanto riguarda la risposta data dall’allora assessora Borgonovo Re, Bezzi è molto chiaro, “le risposte sono state sempre insoddisfacenti da tutti i punti di vista, diciamo che a ridosso delle tragedie è meglio stare in silenzio – ribadisce Bezzi – il fenomeno va analizzato e monitorato, chi ha responsabilità apra gli occhi.”
Nella risposta l’assessora Borgonovo Re confermava la stretta connessione tra violenza sulle donne e tutela minorile. Infatti le donne attualmente seguite dai servizi sociali e/o dai consultori per maltrattamenti in famiglia sono 139 (dato che include anche le Comunità di Valle) e di queste ben 118 hanno dei figli minori a carico. Peccato che poi l’assessore non approfondisca la situazione e non risponda alle domande volte a comprendere la situazione con un laconico: “Con riferimento ai quesiti relativi ai minori, per quanto riguarda le statistiche sulla popolazione minorile residente si rinvia alle rilevazioni dell’Istituto di statistica della Provincia di Trento […] si rimanda alle molteplici risposte fornite in precedenti interrogazioni […] precisando inoltre che molti dei dati richiesti non sono in possesso della PAT in quanto di competenza dei Servizi sociali delle Comunità di Valle/Territori.” Ma erano proprio questi i dati necessari a comprendere il fenomeno”.
Purtropposembra che la reticenza della giunta in relazione alla violenza famigliare sia molto diffusa. Infatti in data 8 luglio 2015 il consigliere Filippo Degasperi presenta l’interrogazione “Servizi sociali, tutela dei minori e violenza famigliare: mappatura per comunità di valle e poli sociali” in cui chiede dei dati approfonditi per comprendere il fenomeno.
Infatti Degasperi riconosce che il Trentino ha riguadagnato la sua immagine di Provincia virtuosa e attenta ai bisogni della gente e dell’infanzia, come riportato anche dalla stampa locale che ha riconosciuto una visione più attenta ai minori e agli affetti familiari riscontrabile concretamente in una significativa riduzione dei minori allontanati dalle famiglie, ma sostiene che permane una situazione a macchia di leopardo con operatori e servizi che lavorano bene, ed altri che pare perseverino ad operare in base a schemi e visioni ormai superate, palesando aree di eccellenza versus aree di arretratezza nel settore.
E conclude l’interrogazione sostenendo che nell’interesse dei minori e delle famiglie afflitte dal fenomeno della violenza famigliare, sarebbe importante comprendere distintamente la situazione delle varie comunità di valle e dei differenti poli sociali rispetto a quella più nota dei poli sociali seguiti dalla Provincia, al fine di poter intervenire con maggiore efficacia sulle aree carenti e poter comprendere e implementare le pratiche di eccellenza attuate nelle aree più virtuose.
Ma apparentemente questa non è l’opinione del nuovo assessore Luca Zeni che non approfondisce la questione e NON risponde scrivendo: “In merito a quanto richiesto nell'interrogazione di cui all'oggetto, si risponde con riferimento ai quesiti attinenti le dirette competenze provinciali. Le informazioni richieste esuberano per la maggior parte la competenza della Provincia, in quanto la titolarità dei casi è in capo al servizio sociale territoriale degli enti locali.”
Sciagure come quella di via Marchetti o quella di Zivignago, impegnano tutti noi ad un’attenta e profonda riflessione.E’ compito di tutti trovare rimedi, soluzioni a problemi che possono colpire ognuno di noi, la nostra società è malata e di conseguenza va curata in modo tale da evitare quello che, ahimè, accade ogni giorno in tutto il nostro paese.
La politica si impegni seriamente, non solo sulla carta, per cercare di colmare questo gap della nostra società, altrimenti ci ritroveremo ancora e ancora per commentare frasi come quella di Rampanelli: «Non sono una cattiva persona, ma ho paura di essere abbandonato…»
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