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Rodolfo Borga non «molla l'osso» e continua la sua personale battaglia contro il centro sociale Bruno, condivisa ormai da molte forze politiche, e chiede nuovamente che feste, eventi, rappresentazioni teatrali e concerti vengano eseguiti solo con le autorizzazioni necessarie per legge.
In una nota chiede ancora una volta, dopo aver interrogato la giunta numerose volte sulla problematica, di recedere dal contratto di comodato con cui la Provincia, per il tramite di Patrimonio del Trentino spa, concede gratuitamente al Centro sociale Bruno l'immobile di Piedicastello. Durante la presentazione dell'ultima mozione in aula, Borga aveva anche minacciato di ricorrere alla procura se necessario, qualora la giunta continui nella direzione «buonista» e dei mancati controlli.
Nel suo intervento in aula, a sostegno della sua tesi, Borga ha confermato che in comune non è mai arrivata nessuna richiesta di autorizzazione per spettacoli o feste, eventi che invece sono regolarmente organizzati al Bruno quindi all'insaputa delle istituzioni e quindi in modalità ritenute «fuorilegge»
«La Giunta – spiega in una nota Borga – ha bocciato la nostra proposta, dichiarando di nulla sapere circa le attività svolte all'interno dell'immobile di Piedicastello, ma, di fronte all'evidenza, ha dovuto promettere che svolgerà quei controlli che fino ad ora nessuno ha voluto fare. Se necessario, interesseremo la Procura della Repubblica di una vicenda che definire scandalosa è poco. Speriamo di non dover giungere a tanto».
«Premettiamo che, – continua Borga – nonostante la Provincia faccia finta di non saperlo, è noto a tutti che all’interno dell’immobile di Piedicastello il C.S.B. organizza eventi di vario genere (feste, concerti, somministrazione di cibi e bevande ed altro), per partecipare ai quali sovente è necessario pagare un corrispettivo. Ed è noto perché queste attività sono ampiamente pubblicizzate sul sito internet del centro sociale, che, evidentemente forte dell’impunità fino ad oggi goduta, non si preoccupa affatto di usare un minimo di discrezione: tanto chi dovrebbe controllare si guarda bene dal farlo».
Borga contesta nuovamente al centro sociale Bruno, che per svolgere tali attività sono necessarie una serie di autorizzazioni, certificazioni ed in generale documenti di non poco conto: «sono quelli necessari ad ogni comune mortale che organizzi eventi di tal genere, sia a titolo imprenditoriale, sia a titolo di volontariato (ad esempio le Pro Loco). Il nutrito numero di adempimenti necessari sono elencati nella risposta data dalla Giunta alla mia interrogazione n. 574/XV. Essi interessano sia il Comune di Trento che la Provincia» – ricorda il consigliere.
Borga evidenzia il trattamento privilegiato che Provincia e Comune riservano ai loro «amichetti del centro sociale», i quali sono di fatto esentati dal rispettare le puntigliose prescrizioni che ogni altra realtà che voglia organizzare, anche per finalità esclusivamente sociali (e quindi senza fine di lucro), analoghe attività deve invece rispettare fino in fondo.
«Ma evidentemente anche a Trento, – incalza Borga – come sovente accade nella nostra Repubblica delle banane, per gli amici le leggi s’interpretano, mentre per i comuni mortali si applicano».
Particolarmente interessante quanto detto in aula dalla giunta, dopo il respingimento della mozione del consigliere di Civica Trentina – «il contratto non prevede che si facciano feste, concerti, teatro ecc., perché queste cose non sono semplicemente ammesse, punto» – questo ha risposto l'assessore Gilmozzi.
«Per quanto ci riguarda la questione non è conclusa, – termina poi Rodolfo Borga – Noi intendiamo andare fino in fondo. Attendiamo pertanto di vedere cosa effettivamente faranno Provincia e Comune. Quindi, se necessario, interesseremo la Procura della Repubblica di una vicenda che definire scandalosa è poco. Speriamo di non dover giungere a tanto, ma se la via politica che seguiamo da anni risulterà non percorribile, non potrà che essere la Procura della Repubblica a fare chiarezza sulle eventuali responsabilità (anche per omissione) che dovessero essere connesse ad alcune delle attività svolte all’interno dell’immobile di Piedicastello».
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