Nell’ultimo mese sono accaduti diversi infortuni sul lavoro che devono fare riflettere tutti quanti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Le parole di cordoglio e di vicinanza alle famiglie sono importanti però bisogna anche fare chiarezza sulle cause degli infortuni.
Su quanto successo è voluto intervenire il Segretario della FENALT Maurizio Valentinotti che ha iniziato ad approfondire il tema delle morti bianche partendo dall'ultimo fatto tragico successo alla Marangoni di Rovereto dove ha perso la vita Carmine Minichini di Rovereto.
«Sull’ultimo caso di infortunio mortale preme ricordare che, contrariamente a quanto affermato da un dirigente dell’U.O. Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, il D.Lgs. 81/08 all’art. 63, primo comma con particolare riferimento all’allegato IV p. 1.9.2.1 e p. 1.9.2.2 prevede che “le temperature dei locali di lavoro devono essere adeguate all’organismo umano durante il tempo di lavoro tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori” e che “nel giudizio sulla temperatura adeguata si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidità e il movimento dell’aria concomitanti»– spiega Valentinotti.
Secondo il segretario della Fenalt per concretizzare il precetto normativo vigente occorre riferirsi a delle norme UNI EN ISO che, previa misurazione dei parametri in loco, possano far procedere il datore di lavoro all’approntamento delle misure tecnologiche, organizzative ovvero di protezione individuale del lavoratore per ovviare alle alte o basse temperature nei luoghi di lavoro. A margine di queste valutazioni tecniche vi è anche il ruolo importante del medico competente nella collaborazione all’analisi dei rischi per la salute del lavoratore.
Ma non solo, infatti continua Valentinotti, «anche per i casi del settore dell’edilizia occorre interrogarsi sull’idoneità delle opere provvisionali. I parapetti provvisori, se vengono installati, devono essere robusti e garantire il lavoratore dalle cadute verso il vuoto. Molte volte si apprezzano invece opere provvisionali che servono più come specchietti per le allodole o per accontentare la vista piuttosto che garantire la reale sicurezza dei lavoratori».
Scontato l'attacco alla politica che «oltre a fare i soliti proclami – incalza Valentinotti – deve anche trovare soluzioni per garantire la reale sicurezza sul lavoro. Da un lato vediamo invece investimenti importanti per il progetto life ursus con impiego di risorse economiche ed umane del tutto sproporzionate rispetto a quelle investite per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Basti pensare che ci sono solamente trenta tecnici per la sicurezza sul lavoro in tutta la Provincia Autonoma di Trento che lavorano in un contesto organizzativo deficitario, poco stimolante e in carenza di dotazioni di mezzi. Il D.Lgs. 81/08 voleva invece far invertire questa tendenza obbligando le Regioni e le Province Autonome a dotarsi di un apposito fondo da reinvestire nella prevenzione. Questo fondo in Provincia Autonoma di Trento non è mai stato attivato. Forse è giunto il momento, – continua – al di là dei proclami o della demagogia del giorno dopo, creare un tavolo di lavoro straordinario con le Organizzazioni datoriali e dei lavoratori per cercare di migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.
La competenza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è incardinata nell’Assessorato alla salute che in questo momento è in chiara difficoltà per le scelte sugli ospedali periferici e di sicuro non può essere altrettanto attento alle problematiche sulla sicurezza nei luoghi di lavoro».
Il segretatio della Fenalt si auspica che il Presidente della Giunta Ugo Rossi faccia chiarezza su tale assessorato e si arrivi ben presto al tavolo di lavoro per migliorare la sicurezza. Osservatori permanenti o altri tavoli fino ad ora non hanno portato i benefici sperati. Purtroppo gli eventi di questo periodo ne sono la triste conferma.
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