La Sfera e lo Spillo
“Double” bianconero: tricolore e Coppa Italia, battuta la Lazio (2-1)
La notte capitolina si colora di bianconero, i campioni d’Italia alzano al cielo il secondo trofeo e sognano un finale stagionale da gladiatori, protagonisti anche sul palcoscenico internazionale.
La notte capitolina si colora di bianconero, i campioni d’Italia alzano al cielo il secondo trofeo e sognano un finale stagionale da gladiatori, protagonisti anche sul palcoscenico internazionale.
La Vecchia Signora interpreta la prova magistrale per la finale di Champions League che si giocherà il prossimo 6 Giugno all’Olympiastadion di Berlino contro il temibile Barcellona di Lionel Messi.
E’ la 67esima edizione della Coppa Italia e prima della disputa le due contendenti possono vantare un palmares contraddistinto da 15 trofei, 9 le vittorie piemontesi, 6 quelle laziali.
I bianconeri dopo aver vinto il quarto tricolore consecutivo provano a vincere la coppa nazionale che manca dalla bacheca sabauda dagli anni novanta.
Corre, infatti, l’anno 1995 e la Juve supera, nel doppio confronto, il Parma di Nevio Scala.
All’andata i bianconeri allenati da Marcello Lippi s’impongono a Torino di misura (1-0) con la rete di Porrini, al ritorno allo stadio Ennio Tardini vincono “all’Inglese” (0-2) con le reti di Porrini e Ravanelli.
E’ recente l’ultima vittoria per gli aquilotti allenati all’epoca da Vladimir Petkovic; il match risale al 26 maggio 2013. L’avversario è la Roma di Aurelio Andreazzoli nella finale unica giocata all’Olimpico.
Nel derby lo score è favorevole ai biancazzurri (0-1), il goal della vittoria porta la firma del bosniaco Senad Lulic.
I due condottieri, Stefano Pioli e Massimiliano Allegri, non hanno mai vinto la competizione, nemmeno nella veste di giocatori.
Il tecnico del sodalizio di Via Santa Cornelia è un ex, Stefano indossa la maglia della Juventus dal 1984-1987, giocando in totale 57 partite nella squadra vincente di Le Roi, Michel Platini.
Scopriamo in archivio che entrambi gli allenatori hanno un passato sulla panchina del Sassuolo del patron Squinzi.
Mercoledì 20 maggio ore 20.45, si gioca allo Stadio Olimpico della capitale la contesa tra SS Lazio e Juventus FC.
Nella sera di gala è presente nell’ampio parterre delle autorità, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il fischietto dell’incontro è affidato al trentanovenne, di Schio, Daniele Orsato.
Per la cabala e gli amanti dei ricorsi storici, il direttore di gara veneto dirige la già citata partita del 2013 (Roma-Lazio) che decreta l’ultima vittoria, il volo dell’aquila nella competizione nazionale.
L’uomo nato a Montecchio Maggiore detiene il singolare record di aver arbitrato le ultime tre finali del torneo.
L’arbitro vicentino esercita la professione di elettricista. Sul green gli assistenti del “tecnico impiantista” sono Faverani e Stefani. Il quarto uomo è Tagliavento. I giudici di linea sono Banti e Mazzoleni.
La serata meteo al Foro Italico è frizzante, il cielo è parzialmente nuvoloso e la temperatura misurata di venti gradi centigradi.
La guida tecnica di Formello sceglie a sorpresa il modulo 3-4-2-1 con Berisha tra i pali.Il pacchetto arretrato composto da De Vrij, Gentiletti e Radu; davanti alla difesa funge da frangiflutti la quaterna, con Basta, Parolo, Cataldi e Lulic; in avanti la coppia Candreva e Felipe Anderson che supporta il puntello Klose.
La guida tecnica di Vinovo schiera il modulo 3-5-2 con Storari in porta. La difesa organizzata dai lunghi, Barzagli, Bonucci e Chiellini; sui binari esterni, Lichtsteiner ed Evra; nel reparto nevralgico del campo, si colloca il regista Pirlo, in compagnia di Vidal e Pogba; davanti, il tandem assortito, Tevez e Llorente.
Il big match termina dopo i tempi supplementari (2-1), un risultato che consente al team di Corso Galileo Ferraris di esibire nella gloriosa teca la decima coppa nazionale, staccando l’AS Roma a quota nove.
I capitolini mettono in scena una partita di assoluto valore, caratterizzata da una forte pressione e grande determinazione. I biancazzurri schierati con la difesa a tre sorprendono i Campioni d’Italia che soffrono per tutto il primo tempo.
I ragazzi di Pioli sono prestanti dal punto di vista fisico, esercitano un pressing costante sulla mediana piemontese che appare poco brillante.
La Juve è appannata orfana di Marchisio e Morata (squalificati) non punge davanti e patisce le giocate in velocità di Radu e compagni.
A tratti la gara è nervosa ma non spigolosa, sostanzialmente corretta giocata con intensità e abilità tattica.
E’ vibrante per la posta in palio, probabilmente poco apprezzata dagli esteti del football ma che emoziona gli sportivi di cuore.
Stefan Radu sblocca l’equilibrio con un colpo di testa su un calcio piazzato battuto da Cataldi (al minuto 4). Il portiere Storari in plastico volo, sostituto di Gigi Buffon, devia senza riuscire a sventare la minaccia.
Il pareggio della “fidanzata d’Italia” è siglato con Giorgio Chiellini abile in mezza rovesciata a trafiggere Berisha dopo un calcio di punizione di Pirlo e la sponda di Evra (al minuto 11).
L’ingresso di Pereyra e Matri da una parte e Djordjevic dall’altra alimentano le giocate e le emozioni.
La rete della vittoria è di Alessandro Matri che con un fendente destrorso gonfia la rete dopo che Mauricio s’immola su tiro di Tevez (al minuto 97).
I migliori in campo sono Radu, Parolo e Cataldi per gli aquilotti mentre per i sabaudi la palma dei primi della classe deve essere attribuita alla difesa con Barzagli e soprattutto Chiellini, poi merito al goleador di serata Matri, deciso e decisivo.
Emanuele Perego www.emanueleperego.it www.perego1963.it
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