Trento
Banche Popolari, il decreto è legge. Passa Odg di Panizza per le casse rurali
Con il voto di fiducia di ieri sera, il Senato ha approvato la legge sulle banche popolari, tra cui anche l'ordine del giorno del Senatore Panizza sulla specificità legislativa delle casse rurali del Trentino, che aveva avuto voto unanime, alcuni giorni fa, in Sesta e Decima Commissione del Senato.
Con il voto di fiducia di ieri sera, il Senato ha approvato la legge sulle banche popolari, tra cui anche l'ordine del giorno del Senatore Panizza sulla specificità legislativa delle casse rurali del Trentino, che aveva avuto voto unanime, alcuni giorni fa, in Sesta e Decima Commissione del Senato.
"Con l'approvazione dell'ordine del giorno – dice Panizza – il Governo si impegna a promuovere un progetto affinché le banche di credito cooperativo avviino un processo di autoriforma mantenendo la loro peculiarità legata al territorio e perché sia riconosciuta la storia, la particolare esperienza e la specifica legislazione delle Casse Rurali del Trentino. Il Trentino Alto Adige-Südtirol da quasi due secoli vanta un efficace modello economico basato sulla cooperazione, che ha saputo negli anni coniugare l'aspetto solidaristico e mutualistico con la capacit à di innovare e di fare sistema.
Questo modello, studiato e copiato da molti territori, non solo ha portato le comunità della Regione fuori da una situazione economica e sociale che le vedeva agli ultimi posti in Italia, ma ha retto la crisi molto meglio di altri modelli basati esclusivamente sul profitto".
"L'obiettivo – continua il Senatore trentino – di tutelare la stabilità del sistema e la capacità che il sistema ha di aiutare le realtà in difficoltà è sicuramente condivisibile, ma questo non può avvenire a scapito delle realtà virtuose, come quelle del Trentino Alto Adige-Südtirol che da sempre garantiscono un servizio efficace e capillare e che hanno sempre dimostrato la capacità di assorbire le situazioni di crisi delle Casse in difficolt à."
"La ventilata formazione della holding nazionale del credito cooperativo rischia di disperdere il patrimonio costruito nei secoli e potrebbe compromettere il rapporto fra Casse Rurali e territorio. Qualsivoglia riforma non deve pregiudicare la specificità propria della cooperativa sul territorio, quale frutto dei principi del cooperativismo trentino, nel rispetto della costruzione di un patrimonio intergenerazionale".
Panizza tiene poi a ricordare che il Consiglio provinciale di Trento, in data 5 marzo, ha approvato una mozione che impegna la Giunta "per quanto di competenza a esercitare un impulso nei confronti della Federazione Trentina della Cooperazione affinch é: la spinta all’aggregazione del sistema delle Casse Rurali non ne comprometta le caratteristiche di autonomia, indipendenza e specificità territoriale, valutando anche possibili sinergie con il sistema delle banche Raiffeisen in Alto Adige; la costituenda holding del credito cooperativo rispecchi i principi del cooperativismo trentino rivolti alla costruzione di un patrimonio intergenerazionale."
Il senatore ricorda che la situazione del credito del Trentino Alto Adige-Südtirol da sempre produce performances di tutto rispetto, potendo contare, per quanto riguarda ad es. il territorio della Provincia Autonoma di Trento, su una rete di 42 casse rurali, con una raccolta complessiva al 31.12.2014 di quasi 17 miliardi di euro, prestiti per quasi 12 miliardi e un patrimonio di sistema di 2,2 miliardi di euro.
"Si tratta di una realtà non omologabile alla situazione bancaria extraregionale, perché ha indici di redditività, di produttività e rischiosità sensibilmente migliori rispetto al sistema nazionale."
"Tale rete è riuscita a garantire il sostegno non solo alle famiglie ma soprattutto all’economia locale, garantendo un punto di riferimento irrinunciabile anche per le Istituzioni locali che stanno cercando in tutti i modi di promuovere lo sviluppo".
"Lo spirito di cooperazione trentina, con il concetto di mutualità, con l’assenza del fine di speculazione privata, con la finalità di creare lavoro, ridurre le disuguaglianze e favorire la coesione sociale promuovendo la democrazia partecipativa, non hanno nulla a che fare con le logiche di governance tipiche delle grandi banche quotate in borsa e proiettate esclusivamente al profitto", sottolinea il senatore.
"È pur vero che oggi la BCE e l'Accordo di Basilea1 portano avanti l'obiettivo di tutelare maggiormente il sistema ed il risparmiatore e che il Governo nazionale, nell'intento di garantire la governance del sistema cooperativo fatto di 380 banche sparse in tutta Italia e la loro patrimonializzazione, oltreché un sistema che aiuta chi è in difficoltà, ha annunciato una riforma del sistema cooperativo, che però sembra andare in una direzione che accentrando tutto in un'unica holding rischia di vanificare e depotenziare le realtà legate al territorio".
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