Italia ed estero
La guerra siriana vista attraverso gli occhi dei bambini
Il disegno rappresenta l'urlo straziante di un bambino siriano, che fuoriesce da un volto deformato e mostruoso, sormontato da corna

Il disegno rappresenta l'urlo straziante di un bambino siriano, che fuoriesce da un volto deformato e mostruoso, sormontato da corna
Ricorre proprio in questi giorni il quarto anniversario dell'inizio dello spaventoso conflitto in Siria. La guerra ha ucciso più di 215 mila persone dal 15 marzo 2011, quando è cominciata la rivolta contro il regime del presidente Bashar al-Assad.,di cui oltre 66.000 civili. Lo ha ribadito Rami Abdel Rahmane, direttore dell'Ong, che ha peraltro sottolineato come solo dall'inizio di febbraio siano morte nel conflitto oltre 5 mila persone.
Inoltre ha ribadito come siano 3,8 milioni i rifugiati, la metà dei quali sono bambini. Avrebbero trovato riparo in diversi Paesi: la Turchia accoglie oltre 1,7 milioni di rifugiati, il Libano 1,2 milioni, la Giordania 622 mila, il Kurdistan iracheno 250 mila, l'Egitto 136 mila. Oltre 4,8 milioni di siriani vivono in luoghi sotto assedio o in cui l'accesso è molto difficile.
Oltretutto, quasi assurgendo a metafora della vita di un Paese, della luce della speranza che letteralmente si sta esaurendo, dagli esordi del conflitto, l’83% di tutte le luci in Siria si è spento, come rivelano diverse organizzazioni umanitarie, tra cui Save the Children, l’Organizzazione fondata nel 1919 con l'obiettivo di salvare la vita dei bambini e tutelarne i loro diritti. Il numero delle luci visibili di notte in Siria si è ridotto fin quasi, in alcune zone del Paese, alla sparizione totale di esse. "Il buio", in un conflitto "oscuro" che sembra interminabile e senza soluzione, regna sovrano.
Milioni i bambini investiti dal conflitto, che hanno assoluto bisogno di aiuto. Sono la testimonianza evidente degli orrori del conflitto, così come traspare nei disegni dei bambini. Una parte di questi elaborati visivi, circa 500, è osservabile nel percorso multimediale "Segni invisibili. I bambini siriani disegnano la loro fuga ": il tutto si unisce all'interpretazione degli stessi disegni da parte di Vittoria Ardino, referente scientifico del centro di ricerca e cura del trauma psicologico, esperta in stress infantile. “I disegni raccontano quanto hanno vissuto i bambini, le loro fatiche emotive, ma anche il loro sguardo indietro alla terra d’origine, non sempre tracciata come luogo di crudeltà, ma come spazio di verde, acqua e serenità, come se fossero rimasti appesi al ‘prima’, nella speranza di ritornare come nulla avesse perturbato quell’armonia.
I bambini hanno così comunicato le loro idee, ma anche i valori culturali della Siria in un percorso in cui i ricordi pre-conflitto, le scene dell’atrocità, e le speranze di pace e di sicurezza per il futuro si intersecano”, spiega Vittoria Ardino. L'iniziativa è stata voluta da Save the Children. Inoltre, il percorso fornisce ulteriori testimonianze, documenti e dati relativamente alle condizioni del popolo siriano in madrepatria e sui profughi siriani in Giordania, Libano e Italia.
Peraltro, nel 2014 hanno raggiunto le coste italiane, oltre 42.000 siriani, fra cui quasi 11.000 bambini, spesso piccolissimi. “Sono bambini che oltre ad aver subito l’atrocità della guerra, hanno affrontato un viaggio estenuante subendo spesso ulteriore violenza. Bambini che hanno temuto di perdere la propria vita o quella dei propri cari molteplici volte, nel loro paese d’origine, nei paesi di transito, come la Libia, o nel Mediterraneo”, sottolinea Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children.
“I disegni liberi che questi bambini hanno realizzato mentre erano in transito in Italia sono un documento toccante dei loro vissuti e anche un monito a dare loro l’accoglienza e l’aiuto di cui massimamente hanno bisogno se non vogliamo che le ferite emotive della guerra li segnino per sempre. Sono poi un monito ancora più forte a non dimenticare i più vulnerabili fra i bambini siriani, cioè quei 5.600.000 ancora in Siria, esposti ad atroci sofferenze e violenze”, continua Raffaela Milano.
Dai disegni esposti si focalizzano, come evidenziato da esperti, 3 problematiche:
l'assenza di stabilità, determinata dall’incertezza del contesto sociale di appartenenza insieme a un nostalgico desiderio di ritornare alla propria terra, prima del conflitto;
la mancanza di accesso alla scuola: il grave problema dei bambini siriani che da molto tempo non hanno accesso all’educazione si conprende dal fatto, sconcertante, che su più di 500 disegni studiati e analizzati non ci sono scene che rievochino il mondo della scuola nel vissuto dei bambini;
l'ansia e l'esposizione a eventi potenzialmente traumatizzanti: violenza assistita, la pressione della guerra, il viaggio".
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