
Tra le diverse anime che entreranno nella competizione elettorale di maggio, suscita curiosità ed interesse l'Altra Europa con Tsipras, che è attivamente impegnata sul territorio.
Ancora non sono noti i nomi dei candidati in una lista di sinistra e men che meno il nome del candidato sindaco. Nei giorni scorsi era stata presentata quella che è stata chiamata «la casa comune della sinistra» (leggi qui) un progetto in grado di unire tutti i movimenti della sinistra «oltre» il Pd per presentarsi alle comunali del 10 maggio ma in prospettiva per lavorare alle provinciali del 2018.
Abbiamo contattato Antonia Romano, (foto) che è l'esponente più noto dei comitati trentini per l'Altra Europa con Tsipras, che ha rilasciato un'intervista da cui si deduce chiaramente un'intensa attività politica a sinistra del PD
Antonia Romano, oltre ad essere rappresentante del Trentino nel comitato operativo nazionale dell’Altra Europa con Tsipras, lei è anche membro del comitato di Trento. Da chi è composto il comitato di Trento?
“Sono una componente del comitato e non un membro e, per quel che riguarda il nazionale, ne sono parte in modo transitorio, visto che a marzo ci sarà un’assemblea nazionale in cui si delineerà un qualche tipo di organizzazione. Il comitato di Trento è costituito da persone, alcune fanno parte di partiti storicamente di sinistra, Sel e Rifondazione, ma c’èanche una rappresentanza di azione Civile, ed altre sono persone che, pur non appartenendo a partiti, avvertono l’urgenza dell’impegno in un momento grave economicamente, socialmente e politicamente, come quello attuale”
Rifondazione ha attualmente il consigliere Pantano, che sostituisce Franco Porta. Sarebbe naturale che fosse proposto lui come candidato sindaco.
“Il partito di rifondazione comunista ha partecipato sempre, come Sel e Azione Civile, al progetto dell’Altra Europa con Tsipras. Ogni partito è stato coinvolto dall’appello degli intellettuali ed ha partecipato e partecipa al processo con i propri travagli interni, inevitabili quando si intraprende un percorso articolato e complesso come il nostro. La segreteria di PRC, pur avendo da venti anni un consigliere comunale, ha deciso di fare concretamente un passo indietro e rinunciare al candidato sindaco purché la candidatura sia espressione del processo unitario, espressione anche della cosiddetta società civile, della partecipazione attiva al progetto da contestualizzare a livello locale e garanzia di coerenza politica con il nostro documento Manifesta per una sinistra unitaria in Trentino all’interno dell’amministrazione comunale”
Dietro questa scelta potrebbe esserci una furbata politica per spiazzare eventuali candidature di Sel o no?
“Questo andrebbe chiesto alla segreteria di rifondazione. Io non posso rispondere. Se dietro la loro scelta politica ci sia una furbata sinceramente non lo so. Io non sono neanche iscritta al loro partito e non partecipo alle loro riunioni di segreteria. A livello nazionale Paolo Ferrero sta partecipando attivamente e costruttivamente al processo unitario della sinistra. Tuttavia, restando a noi e alla sua domanda, per me contano i fatti ed il pragmatismo femminile mi spinge a non perdermi in dietrologie che non giovano alla causa”
Pensa che il candidato sindaco del vostro movimento possa essere un volto nuovo della politica?
“Dipende da cosa si intende per politica. Lei cosa intende? Una persona che non ha mai fatto parte di partiti? Di organi decisionali di partiti? Di amministrazioni locali? Per me la politica è molto di più e molto oltre e la si può praticare quotidianamente pur senza far parte di apparati. Come mai voi giornalisti e giornaliste continuate a chiedere del candidato sindaco? Le forze politiche trentine vi hanno talmente abituato ad un leaderismo maschile che non riuscite neanche a concepire una possibilità femminile?”
Non può darci alcune anticipazioni sui nomi su cui pensate di orientarvi? Avrete in mente due o tre possibili candidature?
“Non anticipo nulla e non dirò nulla che non sia concordato con il comitato. Vogliamo proporre nuovi modi di fare politica a partire dalle scelte assembleari e non affidate a vertici. Cerchiamo di proporre una leadership distribuita, anche se è difficile, e di imparare a praticare davvero e concretamente il metodo del consenso, anche se questo è ancora più difficile in un contesto in cui la rete va costruita tra soggettività organizzate e singole persone, ognuna delle quali è, a sua volta, soggettività politica. Pertanto nulla è deciso in modo definitivo. Ne stiamo discutendo sperando di scegliere una persona realmente riconosciuta anche da chi è esterno al nostro processo come portatrice di valori e principi unitari e tale da voler ostinatamente porre la politica a servizio della comunità e non di un partito o di una qualunque organizzazione. Appena avremo deciso qualcosa, concordare i modi e i termini in cui comunicarlo ”
Alcune indiscrezioni parlano di un calo notevole di iscritti a Sel del Trentino. Lei come interpreta questo dato?
“Sinceramente non ne sono al corrente e non mi interessa. Dovrebbe porre questa domanda, eventualmente, alle portavoci di Sel. Io non so darle risposta in merito, ma posso dire che non mi stupirei. La crisi economica impedisce alle persone spesso di acquistare beni di primaria importanza e, pur non avendo dati in mano, non troverei affatto strano un minor tesseramento di Sel come di qualsiasi organizzazione che richieda il pagamento di una tessera. Io non ho rinnovato molte tessere di associazioni a cui sono iscritta da tempo semplicemente per risparmiare. Parlo di associazioni perché non sono iscritta ad alcun partito. Questo per dire che, se fosse vero ciò che afferma, sarebbe una banalizzazione attribuirlo ad una perdita di consenso di Sel”
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