«Nonostante l'estrema difficoltà degli italiani nel trovare casa e a mantenerla, pagando con sacrificio gli affitti, è proprio a loro che oggi si chiede disponibilità ad offrire alloggi agli extracomunitari» – afferma Castaldini di CasaPound
«Ancora una volta – continua l'esponente di CasaPound Trentino – le necessità dei nostri concittadini vengono messe al secondo posto rispetto a quelle degli immigrati. Se osserviamo la richiesta di case Itea, possiamo vedere che, solo nelle Giudicarie, ci sono 141 aspiranti agli alloggi, dei quali 54 italiani. Secondo alcune statistiche del 2013, inoltre, solo il 10% dei richiedenti ottiene effettivamente un alloggio. Purtroppo gli italiani senza casa e senza lavoro sono cittadini invisibili agli occhi dello Stato e della Provincia, troppo concentrata sulle necessità degli stranieri, ma noi non saremo mai stanchi di difendere i nostri cittadini e di batterci perché vengano loro garantite le tutele e i servizi basilari che spettano loro per primi».
Anche la Lega Nord ha dimostrato piena contrarietà su un'iniziativa che si legge su una nota «discriminerebbe tutti quei cittadini trentini che da tempo sono in attesa di una dimora e coloro che, a causa di un indicatore economico considerato pare erroneamente o ingiustamente elevato, si vedrebbero esclusi da agevolazioni e contributi pubblici».
Ma la Lega critica il comunicato della Provincia anche nei suoi contenuti: «come se ciò non bastasse, – si legge sulla nota della Lega Nord – all’interno della comunicazione, si fa presente che l’immobile “deve essere localizzato all'interno del territorio provinciale, possibilmente in prossimità di centri abitati di grandi dimensioni e ubicato in zona facilmente accessibile alla rete viaria, servita da mezzi di trasporto pubblico urbano e/o extraurbano.”; “La tipologia dell’immobile è preferibilmente quella “cielo-terra”, autonoma senza vincoli o pertinenze condominiali. La disponibilità di spazi esterni significativi è di interesse.”; gli spazi “concernenti gli immobili” devono presentare un “impianto elettrico e di illuminazione a norma” (cosa pare non possibile per molti cittadini trentini che abitano in alcune case ITEA e che da tempo ne chiederebbero la riqualificazione); “impianto TV-SAT in almeno un locale” (quando vi sono cittadini trentini che non possono nemmeno permettersi un televisore); “possibilmente arredati con cucine e letti” (nel caso in cui non lo fossero, se ne occuperà l’amministrazione pubblica?)».
«Una serie di richieste – tuona la Lega Nord – che parrebbe più una sorta di pretese; una comodità che nemmeno ai trentini, a volte, viene data. Ma per tutti quei clochard trentini, le nuove povertà, i padri e madri separati, i disoccupati, gli esodati e cassa integrati cosa ha previsto la Provincia? Quanto ancora l’assistenzialismo dovrà prevalere sul buon senso e la logica? Quanto tempo ancora i trentini dovranno farsi carico di queste persone e vedersi discriminati, pare, nell’assegnazione di numerosi aiuti sia materiali sia economici? I trentini contano soltanto al momento di riscuotere le tasse»?
La Lega ha presentato subito un'interrogazione chiedendo per quale motivo tali annunci vengono fatti soltanto per ospitare i migranti e non per aiutare i trentini in difficoltà; secondo quale principio si sono stabiliti i requisiti degli immobili da destinare; chi stabilirà, nel caso, il corrispettivo dovuta alla disponibilità dell’offerente di prestare il servizio di accoglienza in forma diretta; qual è il numero degli immobili che si punta ad ottenere grazie a questa “inserzione”; e quanti profughi arriveranno ancora sul nostro territorio e fino a quando rimarranno quelli presenti; Cosa prevede la Provincia di Trento per tutti quei clochard trentini, le nuove povertà, i padri e madri separati, i disoccupati, gli esodati, e cassa integrati in termini di edilizia e se i requisiti stabiliti per gli immobili da destinare ai migranti siano presenti anche in tutti gli immobili di ITEA.
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