Arte e Cultura
Bentornata Piazza Dante
Sono stati spesi 815mila euro per riportare i giardini di Piazza Dante alla loro originaria bellezza. La parte sud è stata riaperta il 15 novembre e in questi giorni ospita la “città dei bambini” con tanto di Babbo Natale, casetta dei dolciumi e tante iniziative. Ma in quanti conoscono la storia di questo luogo?
Sono stati spesi 815mila euro per riportare i giardini di Piazza Dante alla loro originaria bellezza. La parte sud è stata riaperta il 15 novembre e in questi giorni ospita la “città dei bambini” con tanto di Babbo Natale, casetta dei dolciumi e tante iniziative. Ma in quanti conoscono la storia di questo luogo?
Il progetto originario del giardino prevedeva già una sostanziale divisione in due parti: la parte più a nord fu la prima ad essere costruita, probabilmente prima del 1855, grazie al contributo del consigliere Lodron.
Questa zona era stata progettata come una vera e propria piazza urbana: uno slargo stradale caratterizzato da ampie aiuole circolari con piante piuttosto basse e, infatti era stata denominato, sul progetto generale dell’ing. Annibale Apollonio (1879), come Piazza della Stazione e successivamente come Piazza della Regione.
La parte a sud nasce dalle prime proposte dell’ing. Tamanini già come “Giardino all’Inglese”: tipo di giardino settecentesco che si distacca dal concetto di geometria, eliminando gli elementi che venivano usati per circoscrivere lo spazio, e accosta invece elementi naturali come cespugli, alberi secolari, ruscelli.
Proprio nella parte sud di Piazza Dante, infatti, passava un ruscello, chiamato “Adigetto”, in ricordo dell’alveo originale del fiume Adige. Questo ruscello è sopravvissuto fino agli anni ’60 quando è stato in parte interrato e sostituito con il laghetto tutt’ora esistente. Dell’interramento del canale rimangono poche tracce tra cui una parte di parapetto a lato della “Palazzina Liberty” (costruita intorno al 1920-21 la cui storia meriterebbe un approfondimento a sé), che ricorda una parte di ponte.
La nascita di questo parco rientra perfettamente nel trend urbanistico moderno progressista caratterizzato dalla creazione di nuovi spazi per il tempo libero. Gli spazi che si rifanno a questo spirito erano spesso caratterizzati da attrezzature come teatri, cinematografi, giardini zoologici con chiari intenti morali o educativi, ma anche padiglioni per i caffè e la musica.
La città stessa diventa luogo di cultura e spettacolo e gli spazi vengono spesso creati proprio con questo proposito e spesso adornati con busti e monumenti celebrativi. Indubbiamente il giardino di Piazza Dante si collocava in questa prospettiva, bastino solo a dimostrarlo i numerosi busti di personaggi illustri che lo caratterizzano e che nel progetto di riqualificazione vengono nuovamente messi in risalto.
Il parco non ha subito grosse variazioni fisiche negli anni se non il collocamento nel 1896 del monumento a Dante Alighieri (che dà il nome alla piazza), posizionato al posto di una palazzina prevista nel progetto originale e mai realizzata e una modifica nella parte nord, di fronte all’edicola sull’angolo tra Via Pozzo e Piazza Dante, che venne dotata di un vano interrato di ragguardevoli dimensioni che fungeva da bagni pubblici [adesso i bagni sono dietro la palazzina Liberty!].
Con il passare degli anni le due parti del giardino si sono progressivamente confuse perdendo l’iniziale distinzione e divenendo un unico parco, anche se diviso da un corridoio di forte passaggio come il Listone. Negli anni la città si è espansa intorno a questo luogo e lo scopo di “cerniera” a cui questo parco doveva originariamente adempiere ora non si riferisce più solo al centro storico, ma piuttosto alle nuove zone limitrofe: dalla “cittadella delle istituzioni”, ai punti di servizio urbano, al quartiere di S. Martino poco distante.
Il parco dovrebbe quindi diventare contemporaneamente sala d’aspetto per viaggiatori e pendolari, piazza dove incontrarsi, commerciare e divertirsi, zona di passaggio per arrivare in centro storico o nei quartieri limitrofi: tutti aspetti che si intrecciano spesso sovrapponendosi, ma che ci auguriamo possano effettivamente rivelarsi veri.
L’apertura della Palazzina Liberty porterà sicuramente nuovi usi per questo luogo e a noi piacerebbe immaginarla anche come giardino collegato alla biblioteca di via Roma.
Non ci resta che aspettare!
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