Trento
La giovane iraniana, Reyhaneh Jabbari, è stata impiccata!
Oggi, è stata eseguita la sentenza di morte per Reyhaneh Jabbari, la giovane iraniana di 26 anni, in carcere dall'età di 19 anni che, nel tentativo di difendersi da un'aggressione sessuale, aveva ucciso a coltellate Morteza Abdolali Sarbandi, ex funzionario del Ministero dell’Intelligence.
Oggi, è stata eseguita la sentenza di morte per Reyhaneh Jabbari, la giovane iraniana di 26 anni, in carcere dall'età di 19 anni che, nel tentativo di difendersi da un'aggressione sessuale, aveva ucciso a coltellate Morteza Abdolali Sarbandi, ex funzionario del Ministero dell’Intelligence.
Già il 30 settembre scorso sarebbe dovuta morire impiccata, ma grazie alla mobilitazione e agli appelli giunti da tutto il mondo, l'esecuzione della giovane donna era stata sospesa.
A nulla sono valse tutte le suppliche della mamma che aveva cercato aiuto dappertutto, lanciando un appello anche al Papa, ai politici e alle mamme italiane: "Chiedo alle mamme italiane di dimostrarmi la loro vicinanza e di attivarsi perché mia figlia torni a casa. Chiedo ai politici italiani che siano loro a fare arrivare la mia voce alle autorità iraniane con le quali io non posso parlare. E chiedo al Pontefice di pregare per la mia bambina e al Vaticano di mettersi in contatto con le autorità religiose del mio paese, aiutando così una madre disperata".
A nulla sono valse le campagne sul web, appoggiate anche da Iran Human Rights (Ihr), un'organizzazione che difende i diritti umani nel Paese che ha già raggiunto milioni di utenti.
A nulla sono valse le proteste e i sit-in promossi davanti al carcere di Rajaishahr, dove la giovane era stata trasferita in vista dell'esecuzione, da una parte sana dell'Iran che si è schierata apertamente contro questa barbarie.
A nulla è valso l'intervento di Amnesty International, che assieme ad altre organizzazioni umanitarie, aveva chiesto che la giovane venisse sottoposta ad un nuovo processo, visto che quello del 2009 si era svolto con diverse irregolarità, e che le venisse concessa la possibilità di potersi difendere adeguatamente.
Oggi tutto questo non serve più, Reyhaneh Jabbari, è morta, impiccata, perché si è ribellata!
Ha detto di NO, anziché subire molestie e aggressioni sessuali da parti di uomini potenti, le stesse violenze che ogni giorno altre donne nella sua terra e non solo, sono costrette ad accettare, senza poter reagire.
Questa giovane, a soli 19 anni, in un Paese dove la donna vale meno di zero, ha deciso che era meglio la morte a quella prigione di rassegnazione a cui sarebbe stata, per sempre, fino alla fine dei giorni, se avesse accettato quello stupro, condannata.
Eppure, in un Paese come l'Iran che non perdona nulla ad un donna, dove l'adulterio viene punito con la lapidazione, studiare è difficile, scegliere chi sposare impossibile…. riescono anche a nascere fiori così puri e così profumati che quasi ci stordiscono per la loro bellezza.
Il perdono della famiglia della vittima avrebbe salvato Reyhaneh dall'impiccagione, ma il figlio dell’uomo ha chiesto che la ragazza negasse di aver subito un tentativo di stupro e lei si è sempre rifiutata di farlo.
A lei va il nostro ultimo saluto, con gli occhi ancora increduli ed un senso di impotenza che brucia dentro.
Riposa in pace nobile guerriera!
Minella Chilà
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