Trento
“Il Sogno Azzurro” di Lorenzo Dallari, ospite a “Passaggi Sport Festival”
«Pronto, Lorenzo: posso rubarti qualche minuto?». Pieno di entusiasmo e verve sul palco e disponibile all'incontro e ad una chiacchierata telefonica mentre il treno lo sta riportando a Milano.
«Pronto, Lorenzo: posso rubarti qualche minuto?». Pieno di entusiasmo e verve sul palco e disponibile all'incontro e ad una chiacchierata telefonica mentre il treno lo sta riportando a Milano.
Lorenzo Dallari, giornalista sportivo e vice direttore di Sky Sport è stato ospite nei giorni scorsi di "Passaggi Sport Festival", la prima edizione del Festival della Letteratura Sportiva svoltasi a Cesena, nel 2014 città Europea dello Sport.
L'evento, organizzata dall'Associazione "Passaggi Cultura" in collaborazione con Sky e Sky Sport e con il patrocinio del Coni, si è tenuto nella seconda settimana di settembre nella suggestiva cornice offerta dalla Biblioteca Malatestiana all'interno della quale i veri protagonisti sono stati libri che hanno dato voce a storie di sport a 360 in un'inedita contaminazione tra sport praticato e letteratura sportiva.
A rappresentare la pallavolo, Lorenzo Dallari che ha presentato "Il Sogno Azzurro", il libro in cui narra la storia della Nazionale femminile dagli albori a Italy 2014; Andrea Zorzi, che insieme a Beatrice Visibelli, ha regalato a "Passaggi" l'emozione de "La leggenda del pallavolista volante", per la regia di Nicola Zavagli.
Infine Federica Lisi Bovolenta che, dialogando con la giornalista Simonetta Martellini e Paolo Tofoli, ha presentato "Noi non ci lasceremo mai. La mia vita con Bovo", libro in cui narra il suo amore per il marito Vigor Bovolenta, campione azzurro della "generazione di fenomeni" scomparso due anni e mezzo fa.
Alla presentazione del libro scritto da Dallari ha partecipato anche la Volley 2002 Forlì al gran completo (staff e giocatrici) ed è soprattutto a loro che il giornalista si è rivolto.
Sul palco insieme a lui alcune tra le giocatrici della Nazionale che hanno fatto la storia della pallavolo femminile italiana – Manuela Benelli, Lilly Bernardi, Betty Bigiarini -, la campionessa olimpica Daryna Mitkova, Marco Mencarelli, Ct della Nazionale femminile fino all'anno scorso, e Sergio Guerra, tecnico della storica Teodora Ravenna che poi guidò la Nazionale a vincere il bronzo agli Europei del 1989.
"Il Sogno Azzurro" racconta i momenti più significativi del volley femminile italiano dagli inizi fino ai giorni nostri e lo fa attraverso immagini e 35 testimonianze di alcune tra le protagoniste che hanno reso grande la pallavolo femminile.
Un viaggio nel tempo, arricchito dalla prefazione del presidente del Coni Giovanni Malagò, all'interno del quale spicca un anno particolare, il 2002, quando l'Italia diventò campione del Mondo a Berlino.
Un sogno che Piccinini e compagne proveranno a trasformare di nuovo in realtà a partire dal 23 settembre, data di inizio di Italy 2014, il Campionato Mondiale femminile di pallavolo che si disputa in sei città italiane – Roma, Bari, Verona, Trieste, Modena e Milano – fino al 12 ottobre.
Prima che se ne andasse, abbiamo avuto solo il tempo di salutare Dallari, ma, grazie alla sua disponibilità, lo abbiamo contattato per raccogliere alcune opinioni, riprendendo il filo del discorso interrotto la sera prima.
"Passaggi", il nome scelto per l'evento cesenate, ci sembra quanto mai evocativo in un momento in cui la pallavolo sta attraversando un periodo non facile: l'Italia di Berruto ha deluso mentre cresce l'attesa per le Azzurre di Bonitta che il 23 settembre iniziano la loro avventura a Italy 2014.
«Questa rassegna letteraria è davvero un'ottima iniziativa: spesso si dice che, al di là del calcio, non ci sia interesse verso gli altri sport ma non è così e "Passaggi" lo sta dimostrando.
Per gli Azzurri l'obiettivo era il podio, ma la qualità di gioco espressa non poteva portare ad altro risultato che quello visto in questi giorni (l'Italia ha concluso il Mondiale al 13 posto, ndr).
Questo fallimento non condizionerà il movimento così come il quarto posto del 2010 non aveva inciso particolarmente, Nazionale e campionato sono realtà distinte. Berruto ha sempre lavorato bene, ma chissà cosa succederà (l'anno prossimo ci sarà l'Europeo, in Italia, e poi le Olimpiadi Rio de Janeiro nel 2016, ndr). Adesso tifiamo per le nostre Azzurre al Mondiale femminile».
Strumento educativo, di coesione sociale nei momenti difficili, capace di promuovere valori sociali e culturali: sono le definizioni di sport emerse durante il festival. Definizioni significative e condivisibili per una dimensione umana importante ma, al tempo stesso, parole che rischiano a volte di assomigliare a cornici svuotate di contenuto.
«Certo, spesso le parole non si traducono in azioni concrete, ma non dobbiamo dimenticare la valenza associativa dello sport. Lo sport insegna a stare al mondo, a rispettare le regole, a sperimentare valori e scoprire talenti e competenze. Siamo in un'epoca in cui i giovani vivono nella confusione totale, immersi come sono nella virtualità della rete.
Lo sport può offrire una serie di regole codificate che, se osservate, possono avere riflessi positivi non solo per quanto riguarda il processo di crescita e di formazione della personalità, ma anche sulla salute e sul benessere fisico. Dati recenti ci dicono quanto la sedentarietà incida negativamente sui nostri stili di vita e questo deve farci riflettere».
La pallavolo ha conquistato molto spazio sui social network, dove gli stessi giocatori creano un legame diretto con tifosi e appassionati. "Passaggi" ha creato un nuovo spazio di dialogo e di visibilità per lo sport in generale. Cosa si può fare per valorizzare maggiormente il connubio tra sport e cultura, facendo in modo che conquisti un respiro più ampio?
«Portare la cultura nello sport è molto ambizioso, si tratta di far dialogare due mondi differenti. In ogni caso, se c'è uno sport che tenta di farlo, riuscendoci, è proprio il volley. In passato la pallavolo era lo sport praticato da atleti che frequentavano l'università, oggi è più difficile comunicare certi messaggi, bisogna trovare terreno fertile.
D'altra parte, il popolo del volley si è sempre distinto per la solidarietà che riesce a mettere in campo ogni volta che c'è un problema o una difficoltà».
"La leggenda del pallavolista volante" è sicuramente il miglior esempio di quanto lo sport possa entrare a teatro senza timore e di quanto il teatro possa farsi interprete e promotore di valori che, pur partendo da vicende sportive, vanno oltre la singola storia del campione per assumere valore universale.
«Nello spettacolo viene tratteggiato molto bene il percorso di formazione e di crescita di un ragazzo che diventa uomo e campione attraverso vittorie e sconfitte nella vita e nello sport. La Leggenda è basata su un testo autobiografico che comunica i valori del mondo della pallavolo e fa capire gli aspetti che lo caratterizzano, ma sono gli stessi aspetti che sperimentiamo nella vita quotidiana: l'amicizia, la complicità, la fiducia, la voglia di sfidare se stessi e gli altri, il capire come affrontare problemi e superare difficoltà.
La pallavolo è l'unico sport che, per regolamento, obbliga a collaborare con i compagni, i tre tocchi li puoi fare solo giocando insieme e questa è la lezione più importante che si ricava, da tenere sempre a mente».
Su queste parole salutiamo Lorenzo ringraziandolo per la sua disponibilità e siamo davvero felici che, dopo una lunga attesa, "La leggenda del pallavolista volante" approdi finalmente anche a Trento.
Martedì 30 settembre, alle 20.30, Andrea Zorzi sarà sul palco dell'Auditorium S. Chiara insieme a Beatrice Visibelli in occasione della serata in cui la Trentino Volley si presenta ufficialmente ai propri tifosi.
L'ex opposto di Parma, Milano, Treviso e Macerata, due volte campione del mondo e tre volte campione europeo con l’indimenticabile Nazionale di Julio Velasco, porterà in scena per la prima volta in Trentino uno spettacolo che ha già riscosso grandissimo successo in tutta Italia fra appassionati e non di pallavolo.
Accanto a lui, in un atto unico coinvolgente ed emozionante la verve esplosiva dell'attrice Beatrice Visibelli disegnerà un paesaggio narrativo carico di ironica allegria, dando vita alla moltitudine di personaggi che hanno accompagnato la vita e la carriera di questo autentico mito dello sport italiano. Al termine della rappresentazione teatrale, spazio per la presentazione vera e propria della squadra.
L’appuntamento per tutti è per martedì 30 settembre alle ore 20.30 presso l’Auditorium Santa Chiara di via S. Croce a Trento. Ingresso gratuito.
p.niccolini@lavocedeltrentino.it
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